Migranti, accordo in Germania per accoglierne 200mila l’anno

di Redazione Blitz
Pubblicato il 10 Ottobre 2017 - 07:50 OLTRE 6 MESI FA
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Migranti, accordo in Germania per accogliere 200mila l’anno

BERLINO – Angela Merkel e Horst Seehofer, leader del partito gemello bavarese Christian Social Union, hanno stabilito un accordo affinché il numero di ingressi dei migranti, su base annuale, sia limitato a 200.000 persone.

Con questa iniziativa, i conservatori tedeschi puntano a risolvere un conflitto che va avanti da due anni: la questione del numero di migranti accolti dalla Germania, infatti, è da tempo il problema politico di maggior pressione per la cancelliera Angela Merkel. Nonostante il numero annuale imposto sia di 200.000 persone, il parlamento potrebbe decidere, in caso di ulteriori crisi umanitarie, di aumentare o meno il numero di ingressi.

Il compromesso salva-faccia era necessario dopo che la Merkel e il leader della CSU hanno domato il flusso migratorio per quasi due anni; la Cancelliera si è ripetutamente rifiutata di aderire a un limite annuale, ben visto, invece, dal partito di Seehofer. Mentre la CSU potrà ora presentare una cifra effettiva, la Merkel potrà puntare lsul fatto che il numero è modificabile in qualsiasi momento in risposta ai richiedenti asilo.

Tra il 2015 e il 2016, la Germania ha accolto più di 1 milione di migranti: nel 2016, però, da quando la rotta dei Balcani è stata bloccata, le cifre sono drasticamente calate.

Un accordo con la Turchia ha fatto sì che un elevato numero elevato di migranti rinunciasse ad attraversare il Mediterraneo e le coste europee.

Il compromesso, inoltre, comprende un progetto per la realizzazione di grandi centri dove i richiedenti asilo possano rimanere fin quando non sarà accolta la richiesta. Ad oggi, invece, in attesa della decisione, sono distribuiti in tutto il Paese; rispetto ad altre Nazioni europee, la Germania ha leggi più generose per i richiedenti asilo, sancite nella Costituzione in risposta al Terzo Reich, quando molte persone riuscirono a salvarsi la vita grazie all’asilo politico ottenuto in altri Paesi.