Migranti. La soluzione di Macron: controlli nei campi in Nigeria, nel cuore dell’Africa

di Redazione Blitz
Pubblicato il 27 Febbraio 2018 - 07:20 OLTRE 6 MESI FA
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Migranti. La soluzione di Macron: controlli nei campi in Nigeria, nel cuore dell’Africa

ROMA – La Francia ha istituito un posto di controllo dei profughi nel cuore dell’Africa, a Niamey, in Nigeria. Costituisce la nuova frontiera dell’Europa: è il tentativo del presidente francese Emmanuel Macron di fare entrare solo chi abbia diritto all’asilo, tenendo fuori la massa dei migranti.

Si tratta di una mossa politica, nel tentativo di svelenire gli attacchi della estrema destra, cresciuta in termini elettorali sull’onda dell’invasione dal terzo mondo.

Adam Nossiter, del New York Times è andato a Niamey e ha visitato l’avamposto europeo. Racconta:

In una spoglia stanza di uffici prefabbricati, all’interno di un complesso su una strada sterrata, i burocrati francesi stanno estendendo in Africa i confini della Francia per migliaia di chilometri, nella speranza di tener fuori la massa di migranti.

Su un cartello fuori dalla stazione degli autobus c’è la bandiera dell’Unione Europea e una scritta avverte i passeggeri di non viaggiare sprovvisti di documenti.

Per tutto il giorno intervistano i richiedenti asilo che vogliono fuggire dalla realtà africana in cui ci sono carri trainati da asini tra la polvere, disoccupazione e povertà, e, in casi particolari, persecuzioni politiche.

Se la risposta è affermativa, ricevono i biglietti aerei per entrare in Francia e risparmiano il rischioso viaggio attraverso il deserto e sulle imbarcazioni che attraversano il Mediterraneo e che, negli ultimi anni, hanno condotto milioni di migranti disperati in Europa trasformandone la politica e le società.

“Siamo venuti qui per impedire che le persone muoiano nel Mediterraneo”, ha detto Sylvie Bergier-Diallo, vice capo della missione francese in Niger.

Dalle liste fornite dalle Nazioni Unite, i francesi scelgono chi intervisteranno.

Pochissimi sono stati effettivamente approvati, e quindi la delegazione francese è anche lì per inviare un messaggio ad altri potenziali migranti: stare a casa e non rischiare un viaggio pericoloso per una richiesta di asilo che alla fine in Francia sarebbe negata.

Dopo anni di immigrazione incontrollata, l’Europa sta colpendo. L’Italia è sospettata di concludere accordi con i signori della guerra libici che controllano la rotta della migrazione.

Adesso arrivano i francesi. C’è una forte presa di posizione da parte della Francia nei confronti dei migranti, il presidente Emmanuel Macron nel mese di gennaio ha iniziato a premere per ciò che i critici dicono essere una nuova legge drastica facendo tornare a casa molti tra quelli già arrivati.

Anche se alcuni dei nuovi metodi europei sono discutibili, i risultati sono evidenti: l’anno scorso, per la prima volta da quando diversi anni fa è iniziata la crisi, il flusso migratorio è stato invertito, secondo Giuseppe Loprete, capo della delegazione dell’UNHCR in Niger.

Circa 100.000 migranti sono rientrati dalla Libia attraverso il Niger, contro i 60.000 che hanno attraversato il vasto e impoverito paese desertico diretti verso l’Europa.

Come hub per la migrazione dell’Africa occidentale, il Niger era da tempo sotto pressione da parte dell’Europa per reprimere il flusso migratorio. E qualcosa è cambiato.

Per Macron, lo scopo principale è quello di disinnescare le pressioni politiche interne dall’estrema destra intensificate con la crisi dei migranti.

I francesi sperano che la maggiore visibilità di un sistema formale di interfaccia scoraggerà chi non ha richieste credibili di asilo di rischiare la vita con i contrabbandieri.

Ma al contempo intendono inviare un messaggio altrettanto importante: coloro che hanno legittime richieste perché perseguitati hanno la possibilità di viaggiare in sicurezza.

In Libia, i contrabbandieri radunano gli africani, li picchiano, a volte li violentano ed estorcono loro del denaro. Alcuni sono persino venduti come schiavi e poi imbarcati su barche instabili per la traversata del Mediterraneo.
Alcuni dei campi libici sono gestiti da contrabbandieri e dalle milizie a loro collegate e, altri del governo. Ma indipendentemente da chi li gestisca, sono essenzialmente dei campi di concentramento, dicono i funzionari, e non c’è alcuna distinzione tra rifugiati politici e migranti.

“L’idea è di proteggere le persone che potrebbero avere diritto d’asilo”, ha detto Pascal Brice, a capo di Ofpra, l’agenzia francese per i rifugiati. “E per aggirare gli orrori della Libia e del Mediterraneo.”