Modernizzazione Russia, fermati oppositori anti-Putin

Pubblicato il 21 Novembre 2009 - 17:20 OLTRE 6 MESI FA

La polizia ha fermato a San Pietroburgo una decina di oppositori e giornalisti che intendevano consegnare al presidente Dmitri Medvedev una petizione con la richiesta di dimissioni del premier Vladimir Putin e dell’intero governo.

Come ha riferito l’emittente Eco di Mosca, i fermi sono stati effettuati mentre gli oppositori – appartenenti al Partito nazional-bolscevico e all’Unione nazionaldemocratica – cercavano di raggiungere il luogo dove è in corso l’11/mo congresso di Russia Unita, il partito governativo guidato da Putin e del quale fa parte anche Medvedev.

«Noi siamo d’accordo con gli appelli di Medvedev alla modernizzazione del paese, ma vogliamo che si passi ora dalle parole ai fatti», ha detto Andrei Dmitriev, leader del Partito nazional-bolscevico di San Pietroburgo. Nonostante non siano riusciti a consegnare la loro petizione, gli oppositori hanno detto di sperare che Medvedev la possa leggere sul loro sito internet.

Dando anticipatamente e almeno in apparenza ragione ai dimostranti, il presidente russo, Dmitri Medvedev, ha criticato apertamente Russia Unita, il partito di governo al quale lui stesso appartiene, che a suo avviso non garantirebbe appieno le regole democratiche e sarebbe ancora vittima di intrighi e metodi nel vecchio stile sovietico. «Bisogna modernizzare il partito, renderlo più flessibile, più aperto. Bisogna imparare a vincere», ha detto Medvedev parlando all’apertura del congresso di Russia Unita.

Chiara l’allusione alle ultime elezioni locali svoltesi l’11 ottobre scorso in molte regioni della Federazione russa, nelle quali la larga vittoria di Russia Unita è stata messa in dubbio con accuse di irregolarità e brogli.

«Bisogna imparare a vincere con una competizione aperta», ha detto Medvedev, secondo il quale «alcune sezioni regionali sia di Russia Unita che dei partiti di opposizione mostrano a volte segni di arretratezza, facendo scivolare l’attività politica in intrighi di apparato, e le elezioni – che devono essere l’espressone della volontà popolare, competizione di idee e programmi – si trasformano invece in vicende nelle quali le procedure democratiche si mischiano a quelle amministrative».

«Bisogna liberarsi dei fannulloni. La democrazia in fin dei conti esiste non per i partiti, che siano di governo o di opposizione, ma per i cittadini, affinché il popolo possa esercitare il suo diritto al potere nella Federazione russa, con il partito che deve essere solo strumento. Importante, utile, ma solo strumento».

«Russia Unita – ha osservato Medvedev – potrà ottenere dei cambiamenti in meglio nel paese solo nel caso che cambi il partito stesso».

Il premier russo, Vladimir Putin, si é detto d’accordo con l’appello alla modernizzazione dell’economia e dello stato lanciato dal presidente, Dmitri Medvedev. «L’appello alla modernizzazione risponde al desiderio dell’intera societa», ha detto Putin nel suo intervento al congresso di Russia Unita, il partito di governo da lui presieduto. L’11/mo congresso del partito si è aperto in mattinata a San Pieroburgo. «Nel 21/mo secolo il nostro pase ha bisogno di una profonda modernizzazione», ha aggiunto Putin.

«Il presidente ha giustamente posto la questione di una necessaria modernizzazione di tutti i settori e di tutti gli aspetti dell’economia russa», ha detto Putin nel suo intervento al congresso di Russia Unita. È importante, ha aggiunto, «superare i ritardi cronici e spingere il paese a un livello di sviluppo più elevato e più moderno».

Nel suo discorso alla nazione pronunciato il 12 novembre scorso al Cremlino, Medvedev aveva insistito sulla necessità di svecchiare l’economia russa e di modernizzare l’intero sistema economico e produttivo del paese, ancora troppo legato all’export di materie prime e con un livello ancora troppo basso dal punto di vista tecnologico e della competitività.

Putin, nel suo intervento dinanzi ai circa 600 delegati del congresso, ha detto che Russia Unita (di cui è presidente, ma del quale non ha la tessera) e il suo governo sono riusciti a contenere le pesanti conseguenze della crisi economica, impedendo che vi fosse una deriva dell’intero sistema finanziario sul tipo di quello conosciuto dalla Russia nel 1998.

«Abbiamo mantenuto tale promessa», ha detto. Il premier si è poi riferito alla necessità di modernizzare anche il suo stesso partito, mostrandosi anche in questo d’accordo con Medvedev, anche se non si è spinto ad aperte critiche come quelle pronunciate poco prima dal presidente. «Vorrei mettere in guardia coloro che vedono il partito come un club prestigioso e d’elite, la cui appartenenza apre la strada al soddisfacimento delle proprie ambizioni, alla soluzione di problemi personali, di carriera o di altro genere», ha affermato Putin.

Il congresso  l’undicesimo dalla fondazione del partito nel 2001, si è concluso dopo poco più di quattro ore di lavori, con una grande novità: l’obbligo per i gerarchi di partecipare ai dibattiti in tv.

Dopo gli interventi del presidente, Dmitri Medvedev, e del premier, Vladimir Putin (nessuno dei due ha la tessera ma fanno parte entrambi del partito di governo, con Putin che ne è presidente), i circa 600 delegati hanno rapidamente approvato il nuovo programma di lavoro per i prossimi anni, hanno rinnovato il direttivo (Consiglio supremo) e apportato alcuni emendamenti allo statuto.

Fra i 64 componenti del Consiglio supremo, solo quattro sono nuovi: il governatore di San Pietroburgo, Valentina Matvienko, il presidente del’Associazione industriali Aleksandr Shokhin, il noto sassofonista Igor Butman e il regista cinematografico Fiodor Bondarciuk, figlio del celebre regista sovietico Serghiei Bondarciuk.

Tra gli emendamenti statutari figura quello che obbliga d’ora in poi i membri di Russia Unita a partecipare attivamente ai dibattiti pre-elettorali. Finora infatti i membri di Russia Unita si sono rifiutati impegnasi nelle campagne elettorali ritenendolo inutile vista la grande popolarità del partito.