Parlamento Ue vara codice di condotta, solo due leghisti contro

Pubblicato il 1 Dicembre 2011 - 16:24 OLTRE 6 MESI FA

BRUXELLES – Stop al conflitto di interessi e ai regali per i parlamentari europei. Sulla spinta dello scandalo degli emendamenti 'pilotati' rivelato nella primavera scorsa dal Sunday Times, la plenaria del Parlamento europeo ha approvato con 619 sì il nuovo codice di condotta per gli eurodeputati. Due soli voti contrari, dei leghisti Matteo Salvini e Oreste Rossi. Sei gli astenuti, tra i quali Ciriaco De Mita. Il codice entrera' in vigore dal primo gennaio 2012.

La votazione, come sottolineato dal presidente del Parlamento Jerzy Buzek, e' avvenuta nel giorno del secondo anniversario dell'entrata in vigore del Trattato di Lisbona che amplia le competenze dell'unico organo elettivo della Ue. ''Piu' poteri – ha detto Buzek – devono essere accompagnati da una maggiore trasparenza dei deputati''.

Il voto contrario dei leghisti e' venuto perche' ''volevo piu' rigore'', ha spiegato Salvini.

Il testo e' stato preparato da un gruppo di lavoro voluto dallo stesso Buzek e messo a punto dalla Commissione Affari giuridici presieduta da Carlo Casini (Udc). Lo spunto e' stato lo scandalo rivelato nella primavera scorsa dal Sunday Times, che pizzico' tre deputati disposti a vendere il loro voto a giornalisti che si erano presentati come lobbisti. Per preparare il codice sono stati presi a riferimento quelli di una decina di parlamenti nazionali. ''Ed ora – ha detto il vicepresidente ceco Libor Roucek – puo' essere usata a modello, tanto che siamo gia' stati contattati per questo dall'Osce''.

Il testo prevede che i parlamentari dovranno dichiarare pubblicamente e mettere online ogni attivita' professionale svolta nei tre anni precedenti l'elezione, cosi' come l'appartenenza durante il mandato a qualsivoglia 'board' societario, di Ong o di associazione. Inoltre dovra' essere dichiarata qualsiasi attivita' remunerata – comprese le consulenze o le partecipazioni occasionali a conferenze – che superi il limite di 5.000 euro all'anno. Inoltre dovra' essere reso pubblico ogni tipo di sostegno o interesse finanziario. In caso di mancata comunicazione entro 30 giorni, i parlamentari non saranno eleggibili per incarichi.

Sara' anche vietato fare regali di valore superiore ai 150 euro ai parlamentari, che dovranno rifiutarli o girarli alla presidenza nel caso in cui essi siano stati ricevuti in missioni ufficiali. Non e' passato invece un emendamento che chiedeva ai parlamentari di indicare tutti i lobbisti – che per agire a Bruxelles devono essere registrati in un apposito elenco – con cui vengono in contatto.

Moderate le sanzioni previste: si va dalla reprimenda alla esclusione dai ruoli di relatore o altri uffici, passando per la sospensione temporanea e la perdita dell'indennita' di presenza. Ma funzionera' l'effetto 'gogna': il nome chi avra' violato il codice sara' segnalato in rosso sul sito del Parlamento europeo. Di piu', hanno spiegato, non si poteva legalmente fare. La competenza penale resta infatti dei giudici nazionali.