Quote migranti, 40mila accolti subito. Poi altri 20mila ma solo per chi li vuole

di Redazione Blitz
Pubblicato il 26 Giugno 2015 - 08:28 OLTRE 6 MESI FA
Quote migranti, 40mila accolti subito. Poi altri 20mila ma solo per chi li vuole

Quote migranti, 40mila accolti subito. Poi altri 20mila ma solo per chi li vuole (foto Ansa)

BRUXELLES – Saranno distribuiti in tutta Europa (nell’arco di due anni) 40mila richiedenti asilo (quelli sbarcati in Italia e Grecia). Poi i Paesi europei potranno decidere (volontariamente) di dare rifugio ad altre 20mila persone che si trovano nei campi profughi in Africa. La questione delle quote migranti, che ha fatto litigare l’Unione Europea, sembra aver trovato una conclusione. Anche se si è trattata di una battaglia istituzionale (a quanto pare Paesi dell’Est Europa e baltici non ne volevano sapere).

L’accordo è ben spiegato da Francesca Basso sul Corriere della Sera: “Prevede la redistribuzione tra i Paesi Ue, in due anni, di 40 mila richiedenti asilo sbarcati sulle coste di Italia e Grecia dal 15 aprile scorso ma con aggiunto nel testo finale un riferimento al Consiglio europeo straordinario del 23 aprile scorso, dove si parlava di base volontaria. Si stabilisce poi che entro fine luglio tutti i paesi concordino un numero di migranti da accogliere, e i paesi contrari hanno ottenuto che nel testo non si parli esplicitamente di meccanismo «obbligatorio» (ma non comparirà neanche l’aggettivo «volontario»). Ungheria e Bulgaria avranno un trattamento particolare perché accolgono già moltissimi migranti dall’Est e dalla Turchia e dunque saranno esclusi. Oltre ai 40 mila migranti da Italia e Grecia, l’Europa accoglierà, in questo caso su base volontaria, 20 mila persone dai campi profughi dei paesi terzi (il cosiddetto «reinsediamento»)”.

Marco Zatterin su La Stampa racconta invece nei dettagli la guerra istituzionale che si è consumata all’interno dell’Unione Europea: La Commissione ha proposto che la riallocazione sia su base obbligatoria, Baltici e paesi dell’Est non vogliono nemmeno sentire la parola e chiedono che la ripartizione sia volontaria. Scoppia uno scontro fra due scuole di pensiero: chi crede che la solidarietà sia un valore ineluttabile dell’Europa contro chi ritiene che sia qualcosa da esercitare soltanto quando ce n’è bisogno e se si può. «Il peggior dibattito da anni», ammette un alto funzionario.

Il presidente del Consiglio, Donald Tusk, aveva intavolato una proposta di mediazione che pensava potesse chiudere la storiaccia. Primo grave errore della giornata. Una decina di paesi si schiera contro. Dibattito acceso. Chiedono di avere nel testo delle conclusioni il concetto di volontarietà. L’altro inciampo è evidente: non si convoca un summit senza avere una bozza che funzioni.

Renzi si infiamma. Dice che se gli altri non sono d’accordo sui 40mila, non meritano di essere europei. Lo scontro si fa violento. La lituana Grybauskaitè lo prende di punta: «Noi dovremmo assumerci la responsabilità dei vostri fallimenti?» Il premier contrattacca. «Fatte pure; se questa è la vostra idea di Europa, tenetevela. O c’è solidarietà, o non fateci perdere tempo. Possiamo fare da soli». Interviene la Merkel che cerca di calmare la situazione. Renzi si spiega, dice che è uno che si fa prendere dalle emozioni. Nel frattempo il presidente della Commissione litiga con Donald Tusk. Non è contento di come il polacco conduce in modo sbilanciato il consiglio, mentre l’altro pensa che l’agenda dell’esecutivo per l’immigrazione sia andata un po’ troppo oltre.