Renzi debutta a Strasburgo FOTO. L’Olanda lo gela: “Niente flessibilità”. Polemica: evita i giornalisti per andare da Vespa

di Redazione Blitz
Pubblicato il 2 Luglio 2014 - 15:29 OLTRE 6 MESI FA
Renzi parla a Strasburgo. L'Olanda lo gela: "Niente flessibilità". Polemica: evita i giornalisti per andare da Vespa

Renzi parla a Strasburgo. L’Olanda lo gela: “Niente flessibilità”. Polemica: evita i giornalisti per andare da Vespa

ROMA – Nel giorno del debutto a Strasburgo Matteo Renzi incassa uno stop e suscita una polemica. Lo stop è quello alla flessibilità di bilancio, cavallo di battaglia di Renzi, arrivato dal premier olandese Mark Rutte, che ha dichiarato al suo Parlamento che “All’ultimo vertice Ue Olanda e Germania hanno stoppato il tentativo di Francia e Italia di ammorbidire le regole di bilancio”. Rutte, rispondendo ai deputati che lo incalzavano preoccupati dalla nuova flessibilità delle regole di cui si parla dopo il vertice, ha spiegato che “non c’è da preoccuparsi, le regole non sono cambiate, e sta alla Commissione vigilare sulla loro applicazione corretta”, scrive il giornale olandese Volkskrant. E comunque “l’Olanda è in stretta collaborazione con Germania e Finlandia” che “diranno la loro” sul rispetto delle regole.

Polemica: niente conferenza stampa per andare da Bruno Vespa. Inusuale la decisione di Renzi di non presenziare alla conferenza stampa che tradizionalmente il presidente europeo di turno tiene alla fine del suo discorso di presentazione dell’agenda semestrale a Strasburgo. Renzi invece  ha fatto sapere al presidente dell’europarlamento, Martin Schulz, di non poter partecipare alla conferenza stama congiunta con lui e con il presidente della commissione europea, Josè Manuel Barroso, come invece hanno fatto finora quasi tutti i suoi predecessori, primi ministri dei governi che hanno esercitato la presidenza di turno dell’Ue.

Schulz ha minimizzato: “È solamente, esclusivamente ed eccezionalmente a causa di restrizioni di orario e impegni del primo ministro italiano, che ripartirà subito dopo il suo intervento in plenaria”.

Alla domanda se non consideri irrispettoso il fatto che Renzi abbia tanta fretta perché deve partecipare a una trasmissione tv in Italia (alle 20,30 sarà ospite in diretta su Raiuno dello speciale di “Porta a Porta” di Bruno Vespa che appositamente riapre per una serata), il presidente dell’europarlamento ha replicato: “Non sta a me giudicare l’orario e l’agenda di un primo ministro. Ma sapete che è un uomo che lavora molto con la stampa, non si nasconde di certo. Ha sicuramente degli impegni con un programma molto denso e tempi limitati”, ha concluso Schulz.

IL DISCORSO DI RENZI. Per la prima volta Renzi avrebbe dovuto leggere un discorso scritto, cambiando rispetto all’abitudine di andare “a braccio” o aiutandosi solo con appunti scritti su foglietti. Ed invece anche davanti ai parlamentari europei, nel discorso inaugurale del semestre italiano, ha preferito parlare ‘a braccio’ dopo aver consegnato il discorso ufficiale con gli obiettivi del semestre di presidenza italiana della Ue. “Senza crescita, l’Europa non ha futuro”.

“Con estrema preoccupazione devo dire che se l’Europa oggi si facesse un selfie, emergerebbe il volto della stanchezza, in alcuni casi della rassegnazione. L’Europa oggi mostrerebbe il volto della noia”.

Rispettiamo i patti ma serve crescita: il patto è di stabilità e crescita“. L’Italia sa “che prima di tutto dobbiamo chiedere a noi stessi la forza di cambiare per essere credibili. L’Italia non viene in Europa per chiedere ma per dare”. L’Italia “crede nelle istituzioni europee e ha voglia di cambiare”.

“Un grande in bocca al lupo da parte del popolo italiano ” al presidente Schulz e a tutti gli eurodeputati: “Avete la grande responsabilità di riportare fiducia e speranza nella Ue”. “Sono felice e onorato di rappresentare il mio paese. Lascio alla presidenza il documento scritto che affronta tutti i temi che nel semestre vogliamo portare avanti”. “Provo a domandare a me stesso e tutti voi cos’è oggi il dibattito sulla politica europea dopo la crisi che tutti abbiamo vissuto e la crisi politica che stiamo vivendo”.

“La vera e grande sfida che abbiamo di fronte è ritrovare l’anima dell’Europa“. “Il futuro ha bisogno di noi ma se pensiamo al passaggio del testimone tra Grecia e Italia non pensiamo a cose straordinarie e affascinanti e ricche di suggestione, come il rapporto tra Anchise ed Enea, Pericle e Cicerone, l’agorà ed il foro ma alla crisi finanzia perché è molto forte nel nostro corpo la ferita della crisi”.

“La nostra è la generazione Telemaco”. Quelli che “come me non avevano ancora 18 anni quando è stato siglato il trattato di Maastricht, hanno il dovere di riscoprirsi Telemaco e meritarsi l’eredità dell’Europa. Invito questo semestre su questo, a ricoprirsi eredi”, rinnovando la conquista “dell’Europa giorno per giorno”.

Un’Europa senza il Regno Unito non sarebbe meno ricca ma sarebbe meno Europa, meno se stessa“. “Non ci sarà spazio per l’Europa se accetteremo di restare solo un puntino su Google map”. Renzi ha esortato la Ue a riprendere il ruolo di “avanguardia” sull’innovazione, il cambiamento climatico, il capitale umano.

PRIMA DEL DISCORSO

Prima di prendere la parola in Aula, Renzi ha incontrato gli europarlamentari italiani e poi il presidente del Parlamento Martin Schulz. E ha anticipato che le parole chiave del suo discorso saranno “coraggio” e “orgoglio”. Agli eurodeputati ha detto: “Il Governo è convinto che mai come ora bisogna che l’Italia non vada in Europa a chiedere o a rivendicare” ma a portare “una storia straordinaria ed un futuro all’altezza del nostro passato”. “Siamo disponibilissimi a organizzare un momento di incontro, con Graziano Delrio e Federica Mogherini, con le forme che riterrete opportune come parlamentari italiani in Europa”, ha continuato il premier. “Sarebbe una cosa preziosa, su di voi pesa una responsabilità doppia, quella di rappresentare una storia straordinaria e quella di preparare un futuro all’altezza”. Infine, Renzi ha riferito di aver incontrato un editore italiano che sottolineava come i libri che recano nel titolo la parola ‘Europa’ non vendono più e ha ribadito la necessità di fare in modo che anche questo possa cambiare.

L’ultima volta dell’Italia alla guida del semestre di presidenza Ue era stata 11 anni fa, nel 2003, quando, nella sessione inaugurale, l’allora premier Silvio Berlusconi diede del kapò a Martin Schulz, capodelegazione dei socialdemocratici tedeschi.

In mattinata la sessione plenaria del Parlamento europeo era stata aperta dal presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy, che davanti agli eurodeputati ha parlato di ripresa economica: “E’ lenta ma sta arrivando” ha detto Van Rompuy, che ha ricordato come “lavorare per la ripresa è la nostra principale missione” e che è necessario “trovare il giusto equilibrio tra la disciplina dei conti e la necessità di sostenere la crescita”. Poi ha ha parlato di Ucraina, ricordando che nel summit della settimana scorsa i 28 “hanno preso l’impegno a riunirsi in qualsiasi momento per prendere ulteriori, significative, misure restrittive” nei confronti della Russia.

Subito dopo ha preso la parola il presidente uscente della Commissione europea Josè Manuel Barroso, che ha garantito l’impegno volto ad “assicurare la miglior transizione possibile verso il nuovo collegio”. Da Barroso un endorsement per il presidente designato Juncker: “I leader della Ue”, ha sottolineato Baroso, “hanno indicato Jean-Claude Juncker come presidente della Commissione. Lo conosco da più di vent’anni e la sua esperienza è oltre ogni dubbio”. Un’elezione, quella di Juncker, non scontata, soprattutto dopo le parole del neo presidente del gruppo dei Socialisti europei S&D, Gianni Pittella, che, senza aperture sulla flessibilità, non esclude un voto contrario del secondo gruppo più consistente del Parlamento.

In Aula ha parlato anche il leader degli euroscettici britannici Nigel Farage, secondo il quale la Gran Bretagna “è sempre più vicina alla porta d’uscita dalla Ue”. Farage si lancia anche in una previsione per i prossimi anni: “Nei prossimi cinque anni per i paesi del sud Europa andrà sempre peggio, e mi dispiace per gli italiani perchè adesso ho degli italiani nel mio gruppo”. E il suo gruppo si prepara a una nuova protesta: sui banchi degli eurodeputati dell’Ukip campeggiano alcune bandierine del Regno Unito.