Ricollocazione condivisa Europa, spartirsi per quote gli immigrati: chi ci sta e chi no

di Redazione Blitz
Pubblicato il 22 Aprile 2015 - 11:39 OLTRE 6 MESI FA
Ricollocazione condivisa, spartirsi per quote gli immigrati: chi ci sta e chi no

Ricollocazione condivisa, spartirsi per quote gli immigrati: chi ci sta e chi no

ROMA – Migranti, una volta arrivati in Europa dove metterli? La risposta, sulla carta è semplice: un po’ per paese, secondo un sistema condiviso di quote che tengano conto di vari fattori. I fatti, però, dicono che diversi paesi non ci stanno.

Da mesi, in modo quasi incessante, l’Italia chiede all’Unione Europea di “fare di più” ed è con questo spirito che nella giornata di giovedì la delegazione italiana si presenterà al summit europeo straordinario per l’emergenza migranti. Fare di più, dando per scontato che la frontiera siamo noi e quindi a noi toccano giocoforza alcuni compiti, è prima di tutto distribuirsi i migranti. E l’intenzione degli addetti ai lavori è far sedere domani i 28 capi di stato con un accordo se non fatto almeno fattibile.

La proposta sul tavolo è quella di una ricollocazione condivisa dei migranti. Ovvero una spartizione per quote nei vari paesi dell’unione dei nuovi arrivi. Non tutti, però, ci stanno. Ci stanno ovviamente Italia e Grecia, frontiere schiacciate dal peso degli sbarchi, con strutture ricettive al collasso. Ci sta anche la Germania, il Paese che di suo già ospita più immigrati e meglio li inserisce in un tessuto produttivo. Non ci stanno in tanti altri: la Gran Bretagna, lontana dall’Europa e lontanissima dal Mediterraneo, la Spagna e buona parte dei paesi dell’Europa Centrale.

Per ora, racconta La Stampa, la sola certezza è che ci sarà in tema di ricollocazione condivisa un progetto pilota con circa 10mila migranti. Una goccia nell’oceano. Per tutto il resto, invece, c’è un accordo ancora da trovare.