Rifiuti a Napoli, spadare, trasporti, finanza: sfilza di bocciature Ue

Pubblicato il 29 Settembre 2011 - 12:33 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Per i rifiuti a Napoli, così come per le spadare. I trasporti e i servizi finanziari. Giornata fitta di scambi tra Bruxelles e Roma per una serie di bocciature. La Ue avvisa: o l’Italia cambia registro o saranno multe salate da pagare, oltre che un procedimento davanti alla corte di giustizia europea.

La prima delle due messe in mora riguarda i rifiuti, i cumuli di immondizia che da anni riempiono le strade di Napoli e provincia. Emergenza ormai diventata cronica, per questo la Ue ci avverte: o si cambia o dovremo rispondere al Tribunale europeo, aggravati da pesanti multe.

La seconda messa in mora è arrivata a Roma per le spadare, o reti derivanti. Ossia quella tecnica di pesca che prevede l’uso in mare di reti a strascico, che quindi raccolgono qualsiasi pesce trovano sul loro percorso. Anche le specie protette. Le reti derivanti sono vietate dall’Unione europea dal 2002 e fino al 2005 la Corte di Giustizia europea aveva stabilito che l’Italia non era stata in grado di controllare e punire l’uso delle reti. Così sono stati distribuiti incentivi ai pescatori per cambiare sistema di pesca: più di 170.000 euro ciascuno. Nonostante questo il controllo mostra ancora metodi di pesca illegali, come le spadare.

Ma gli avvisi all’Italia non sono finiti. La Commissione europea ha deciso ”di deferire l’Italia alla Corte di giustizia dell’Ue per non aver attuato adeguatamente nella legislazione nazionale la direttiva Ue sulla commercializzazione a distanza di servizi finanziari ai consumatori”. Per Bruxelles quindi, l’Italia non ha rispettato la scadenza per l’adozione di emendamenti alla propria legge nazionale e, di conseguenza, ha omesso di proteggere adeguatamente alcuni diritti dei consumatori”.

Da Bruxelles anche la richiesta di prendere le misure necessarie per stabilire un sistema di classificazione delle società di trasporto su strada per livello di rischi. Le misure in questione – secondo Bruxelles – avrebbero dovuto essere in vigore al più tardi in primo aprile 2007. La richiesta della Commissione è fatta sotto forma di un avviso motivato, nuova tappa della procedura di infrazione.