La Russia al voto: cresce il “partito di Internet”

Pubblicato il 3 Dicembre 2011 - 18:11 OLTRE 6 MESI FA

MOSCA – C’è un nuovo partito in crescita che incombe sul voto legislativo di domani in Russia: è il “partito di internet”, che sta sovvertendo il monopolio delle tv asservite al potere e scavalcando l’elitaria stampa indipendente. E’ uno dei segnali che il Paese sta cambiando e che ha bisogno di riforme, altrimenti rischia la ”catastrofe”, come ha ammonito l’oligarca Aleksandr Lebedev.

Il Paese ha abbracciato la rete con un certo ritardo ma ora ha il primato europeo con 51 milioni di utenti (su una popolazione di 143 milioni di persone), che sono anche i più attivi del vecchio continente nei social network. E se per il 70% dei russi la tv resta ancora la principale fonte di informazione, secondo un sondaggio dell’istituto Fom, il 25% si affida al web, diventato il principale spazio per la discussione e la critica, spesso feroce, delle autorità. Anche per i giornalisti.

Alcuni di loro, come è capitato a Celiabinsk, sugli Urali, hanno deciso di aprire dei blog per diffondere ciò che i loro editori si rifiutano di pubblicare per il timore di ritorsioni da parte delle autorità. La rete, inoltre, conquista sempre più utenti anche nella Russia profonda: tre anni fa il traffico del Livejournal, la più grande piattaforma di blog nel Paese, interessava per il 70% solo Mosca e San Pietroburgo, ora qui invece è sceso sotto il 50% ma complessivamente è cresciuto di tre volte.

Un fenomeno che preoccupa i servizi segreti (Fsb), già tentati da un maggiore controllo della messaggistica e-mail di provider stranieri, e le autorità politiche, che hanno cominciato a finanziare scuole per creare blogger fedeli al potere. Sulla rete russa si riversa tutto ciò che verrebbe bloccato sui media tradizionali da un collaudato sistema di censura ed autocensura: ironie, parodie, malcontento, denunce, come quelle anti corruzione del più popolare blogger russo, Alexiei Navalni, o quelle anti brogli elettorali dell’ong Golos, entrambi entrati nel mirino delle autorità.

Grazie a Youtube, su internet finiscono anche video che documentano scene scomode o imbarazzanti, a partire dai fischi ricevuti da Putin allo stadio e subito cancellati dalla tv. Fischi che Navalni ha definito ”la fine di un’epoca”. ”Se le autorità sono state abituate ad avere il monopolio nella sfera dell’informazione, ora non l’avranno più a lungo”, osserva Konstantin von Eggert, commentatore della radio Kommersant Fm.

Il potere è rimasto spiazzato dal boom di questo impalpabile mondo virtuale, anche se ha tentato di usare lo stesso mezzo in vari modi: il presidente Medvedev per comunicare con Twitter e Facebook, i supporter suoi e di Putin per aumentare il consenso del tandem con video sexy. Nel 2010, invece, alcuni leader di opposizione ne sono rimasti vittima cedendo alle lusinghe di qualche provocatrice e finendo in rete per le loro prestazioni sessuali.

”Il sistema creato da Putin è sull’orlo dell’estinzione, quindi l’alternativa è che accada qualcosa dall’alto o dal basso”, sostiene l’oligarca Lebedev, l’ex spia del Kgb riciclatosi come editore liberale in Russia (dove è co-editore con Gorbaciov di Novaia Gazeta) e in Gran Bretagna (Indipendent e Evening Standard). Lui auspica che accada dall’alto, con riforme liberali che contribuiscano a sviluppare un Paese a suo avviso ancora in condizioni medioevali in certe regioni, con un crollo del livello del sistema educativo e un aumento del sentimento nazionalistico. Altrimenti si rischia la catastrofe, avvisa, perche’ ”l’atteggiamento verso Putin e Medvedev sta cambiando”. La Rete sta lì a testimoniarlo.