Russia, Ue pronta a prolungare sanzioni se Mosca non rispetta accordi su Ucraina

di Maria Elena Perrero
Pubblicato il 4 Giugno 2015 - 07:00 OLTRE 6 MESI FA
Russia, Ue pronta a prolungare sanzioni se Mosca non rispetta accordi su Ucraina

L’alto rappresentante degli Affari esteri dell’Ue, Federica Mogherini (Foto Lapresse)

ROMA – L’Unione Europea è pronta a rinnovare le sanzioni economiche nei confronti della Russia in scadenza a fine luglio. E i nuovi scontri in Ucraina orientale non fanno che avvalorare questa ipotesi, formulata dal Wall Street Journal. 

Le nuove sanzioni dovrebbero cercare di convincere (secondo il pensiero dei loro sostenitori) il Cremlino a rispettare e far rispettare il cessate il fuoco nel Paese vicino, nel rispetto degli accordi raggiunti a Minsk lo scorso febbraio. In particolare gli europei vorrebbero che le truppe russe lasciassero l’Ucraina e che tutto il territorio ucraino tornasse sotto il controllo di Kiev, governata dal filo americano Petro Poroshenko.

Quel che è certo è che le sanzioni aumenteranno le tensioni tra Bruxelles e Mosca, già acuitesi dopo la notizia, diffusa negli scorsi giorni, di una black list di 89 politici e personalità pubbliche europee a cui la Federazione Russa non intende concedere il visto di ingresso.

Se il presidente Vladimir Putin sperava che l’Unione Europea si disunisse nel decidere le sanzioni, si è dovuta ricredere. Le voci flebili che avevano tentato di levarsi in difesa di Mosca sono state zittite. Ma attraverso il premier Dmitri Medvedev, Mosca ha già fatto sapere che se gli europei nel vertice di giugno vareranno nuove sanzioni “noi risponderemo in modo simmetrico”.

Le sanzioni economiche decise dall’Europa lo scorso anno sono costate alla Federazione 25 miliardi di euro, pari all’1,5% del prodotto interno lordo. E il conto potrebbe essere ancora più tragico nel 2015, quando il costo delle decisioni di Bruxelles potrebbe arrivare a 75 miliardi di euro, pari al 4,8% del pil russo. Nei primi due mesi del 2015, inoltre, l’interscambio commerciale della Russia con il resto del mondo è crollato del 39% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Mosca ha accusato anche un calo del 40% dei proventi dell’export di gas e petrolio (22,4 miliardi), che rappresentano quasi la metà del bilancio statale.

Insomma, non è un periodo facile per la Russia. Che però non perde il suo spirito combattivo. Come ha detto il ministro degli Esteri Sergei Lavorov ai giornalisti che gli domandavano dei nomi della black list: “Sono solo 89. Voi, insieme alle vostre sanzioni, avete nella vostra lista di persone russe sgradite 150 nomi”.