Schengen, Gueant: “L’Ue ha undici mesi per cambiare”

Pubblicato il 26 Aprile 2012 - 14:26 OLTRE 6 MESI FA

LUSSEMBURGO – ''L'Europa ha 11 mesi'' per cambiare la governance dello spazio Schengen dove entrano ''400mila irregolari l'anno'' e dove ''vivono da 2 a 4 milioni di clandestini''.

Il francese Claude Gueant ha ribadito davanti al consiglio interni Ue l'ultimatum lanciato dal presidente Nicolas Sarkozy. Mossa ''non elettorale'', ha affermato, ricordando che di riforma dei meccanismi di gestione di Schengen si parla dalla crisi di Ventimiglia nel 2011.

La riforma della governance di Schengen, secondo Gueant, e' necessaria tanto quanto quella fatta per l'Eurozona: ''Due anni fa non c'erano le condizioni politiche per averla, ora ce l'abbiamo''. Ma il tema in realta' non era nell'ordine del giorno del Consiglio che si tiene oggi a Lussemburgo.

Il ministro ne ha parlato partendo dalla lettera firmata alcuni giorni fa con il collega tedesco Hans Peter Friedrich in cui si chiede che si rivedano i meccanismi per il ripristino dei controlli alle frontiere interne, permettendo che si reintroducano non solo, come ora, per pochi giorni e per motivi di ordine pubblico e sicurezza, ma anche a fronte di massicci flussi migratori e fino a 30 giorni.

Una lettera ed un pubblico appoggio tedesco che in realta' non e' parso univoco. ''Scrivo con i colleghi lettere su temi importanti, ma non tutte le lettere sono destinate ad essere pubblicate'' ha sottolineato il ministro tedesco arrivando al Consiglio.

Per molti osservatori la 'sparata' francese ha soltanto fini elettorali, perche' in realta' non introduce grandi elementi di novita' nel dibattito sulla riforma in corso.

''Non c'e' niente di nuovo nella proposta – ha sottolineato la ministra belga, Joelle Milquet – Mi sembra che l'agenda elettorale sia piu' importante della sostanza della tematica, che e' sul tavolo da tempo''. Arrivando confessare di sentirsi ''un po' strumentalizzata''.

Gueant, in una conferenza stampa tenuta prima della pausa per il pranzo, ha sostenuto che ''la proposta franco-tedesca'' vuole ''confortare la liberta' di circolazione'' e che in Consiglio essa ''e' stata ben accolta'' e che ''tutti riconoscono la necessita' di una clausola di salvaguardia'', salvo poi indicare che ''Belgio e Svezia si sono mostrati reticenti'', quanto meno sul ruolo di Consiglio e Commissione.

La Francia chiede che il prolungamento della chiusura della frontiera interna possa essere deciso dai governi dopo ''un'istruttoria'' della Commissione e delle agenzie specializzate. Bruxelles invece punta ad avere un ruolo centrale per evitare abusi.