Spagna cura da cavallo: meno spesa per 50 miliardi e in pensione a 67 anni

Pubblicato il 29 Gennaio 2010 - 17:00 OLTRE 6 MESI FA

José Luis Zapatero

Cura da cavallo per la Spagna. Zapatero annuncia tagli alla spesa per 50 miliardi di euro e aumento dell’età pensionabile a 67 anni. Nonostante le rassicurazioni sulla salute delle banche spagnole, nonostante le promesse per la ripresa del paese e la lotta alla disoccupazione a livelli record, il governo di Madrid corre il rischio di una decisione drastica.

Saranno  50 i miliardi di euro in meno che usciranno dalle casse pubbliche di Madrid in tre anni e due gli anni di lavoro in più per i cittadini iberici: si resterà in ufficio o in azienda fino a 67 anni, secondo la proposta di riforma per la sicurezza sociale approvata dal governo spagnolo.

A detta del vice presidente Maria Teresa Fernandez de la Vega la prossima mossa, che dovrà passare al vaglio delle parti sociali e poi in Parlamento, servirà ad assicurare la «salute del sistema contro l’invecchiamento della popolazione». Peccato che dalle file sindacali si siano già levati gli scudi contro la proposta: le Comisiones Obreras (Ccoo) e l’Union General de Trabjadores (Ugt) hanno annunciato la loro opposizione ferma e compatta.

Il segretario di Ccoo, Ignacio Fernandez Toxo ha parlato di una riforma «non necessaria ed ingiusta» e che «pretende di impaurire la società». A suo parere il sistema di previdenza sociale «gode di ottima salute» e bisogna solo «incentivare coloro che decidono volontariamente di ritardare l’età pensionabile», dato che l’aumento a 67 anni penalizza l’accesso al lavoro di giovani, donne e immigrati, che sono i più colpiti dalla disoccupazione.

Sulla stessa linea è anche il segretario dell’Ugt, Candido Mendez:  «Si tratta di una misura molto polemica» e di «breve termine, probabilmente per accontentare i mercati finanziari» e contenere le previsioni negative sull’economia spagnola fatte dagli organismi internazionali e dalle agenzie di qualificazione del credito.

Secondo il Fondo Monetario Internazionale la Spagna è l’unico fra i Paesi sviluppati che non uscirà dalla recessione nel 2010, con una crescita negativa del Pil dello 0,6% e solo nel 2011 segnerà una timida ripresa, con un aumento positivo dello 0,9% del Pil. Di fronte ai drammatici dati sulla disoccupazione, che nel 2009 ha toccato la cifra record di 4.326.500 persone, pari al 18,83% della popolazione attiva, il ministro del Lavoro, Celestino Corbacho, che presiede a Barcellona il consiglio informale dei ministri al ramo della Ue, ha difeso la proposta del governo.

La misura si applicherà a partire dal 2013, con un progressivo aumento di due mesi l’anno, fino ad arrivare a 67 anni nel 2025. Secondo Corbacho, «non sono a rischio le pensioni nei prossimi dieci anni, ma se non facciamo nulla – ha detto – lo saranno nei prossimi vent’anni».