Terremoto L’Aquila: Sprechi? Mafia? La Commissione Ue non è d’accordo

di Redazione Blitz
Pubblicato il 4 Novembre 2013 - 18:45 OLTRE 6 MESI FA
Terremoto L'Aquila: Sprechi? Mafia? La Commissione Ue non è d'accordo

Terremoto L’Aquila: Sprechi? Mafia? La Commissione Ue non è d’accordo (I numeri del rapporto Sondergaard pubblicati da Repubblica)

BRUXELLES, 4 NOV – Spreco di fondi europei per la ricostruzione dell’Aquila? “New town” costata il 158% di più dei prezzi di mercato? Infiltrazioni mafiose negli appalti? La Commissione europea non è d’accordo con il dossier della Corte dei Conti europea.

Il governo di comunitario prende le distanze dal progetto di relazione redatto dall’europarlamentare danese Soren Sondergaard, che definisce “confuso”, e si dice “estremamente preoccupata” per gli odierni echi giornalistici sugli aiuti Ue legati al terremoto del 2009 in Abruzzo.

Bruxelles respinge le insinuazioni su mancati controlli e giudica “infondate” le critiche sul possibile uso futuro della abitazioni del progetto C.A.S.E.. Inoltre afferma che i finanziamenti Ue potranno andare ad altre operazioni.

La Commissione europea osserva che il progetto di relazione redatto da Sondergaard “appare confuso: è un misto di osservazioni sugli sviluppi generali della ricostruzione dell’Aquila e di aspetti correlati all’utilizzo della sovvenzione del Fondo di solidarietà”. Bruxelles ricorda che l’Ue ha erogato tramite il Fondo di solidarietà gli aiuti rapidi più urgenti (494 milioni di euro) per sostenere le autorità italiane nel fare fronte ai costi necessari per dare una sistemazione immediata ai senzatetto e aiutare le comunità a rialzarsi in piedi dopo il devastante terremoto.

La correttezza nell’utilizzo di questi fondi, sottolinea la Commissione, è stata attentamente monitorata dai suoi servizi, in primo luogo per assicurare che aiuti tempestivi fossero forniti laddove erano più necessari. Bruxelles, inoltre, “respinge le insinuazioni” secondo cui avrebbe chiuso gli occhi di fronte a un utilizzo scorretto dei fondi Ue.

Al contrario, un mancato rispetto delle norme in maniera di appalti pubblici è stato scoperto proprio grazie ai controlli svolti sull’uso dei Fondi di solidarietà in Abruzzo, e i relativi finanziamenti Ue sono stati dichiarati inammissibili. Ma visti gli enormi costi delle operazioni di ricostruzione che dovranno essere sostenuti dall’Italia, si osserva alla Commissione, i finanziamenti Ue potranno ora essere dirottati su altre operazioni, pienamente ammissibili.

Per Bruxelles sono poi “infondate” le critiche sull’eventuale, futuro uso a fini di profitto delle abitazioni costruite per ospitare i senzatetto. Questo perché il regolamento sul Fondo europeo di solidarietà non contiene disposizioni che escludano tale possibilità. Ed anche se il progetto edilizio C.a.s.e. dovesse in futuro generare delle entrate, conclude la Commissione, ciò sarebbe di gran lunga compensato dagli ingentissimi oneri finanziari complessivi che gravano sulla autorità italiane a causa del terremoto.

LE ALTRE REAZIONI: RIVELLINI DEL PPE. Le conclusioni del rapporto Sonderggard sugli sprechi nella ricostruzione post-sisma dell’ Aquila “sono a dir poco esagerate” e con esse “si tenta di danneggiare l’Italia”, afferma in una nota l’eurodeputato Crescenzio Rivellini (Pdl/Ppe) che ricorda di essere stato “designato a maggio dal Ppe” come relatore sul dossier della Corte dei Conti. Rivellini afferma di aver visitato L’Aquila il 16 maggio e di aver incontrato “tutte le istituzioni (dal Procuratore della Corte dei Conti alla Procura della Repubblica ai responsabili politici) verificando direttamente il dossier”. Rivellini poi annuncia che giovedì prossimo, prima del voto sulla relazione in Commissione Cont, terrà una conferenza stampa “per chiarire l’intera vicenda e rispondere sugli 11 punti della relazione Sondergaard che tanto clamore ha oggi suscitato”.

L’ANCE. ”Personalmente non ho avuto sentore delle infiltrazioni della criminalità di cui si parla e noi dell’Ance se lo avessimo saputo e avessimo avuto delle prove le avremmo tirate fuori. Però molte persone dicono che qualcosa ci sia”. Così ha commentato a Chieti, in relazione al dossier Ue sugli sprechi della ricostruzione post-sisma in Abruzzo, Antonio D’Intino, alla guida di Ance Abruzzo da fine 2011 al giugno scorso, attualmente consigliere nazionale e pescarese dell’associazione.

”La prevenzione è sempre data dal proprietario dell’immobile che deve essere ricostruito: non deve rivolgersi ad un’impresa che gli offre chissà cosa bensì alle imprese locali che ci mettono la faccia, che hanno professionalità talmente importanti da poter fare un buon lavoro senza ricorrere a trucchi e ‘magheggi”’.

Per quanto riguarda invece il reperimento dei fondi e la loro gestione, D’Intino è tornato a ribadire la proposta Ance: ”Noi abbiamo proposto una cosa totalmente innovativa e importante e cioè l’assicurazione obbligatoria: con questo sistema, un euro al metro quadrato, si potrebbe usufruire di un fondo di 3-4 miliardi l’anno per una ricostruzione che viene poi gestita dalle assicurazioni e, quindi, senza pagare questi ‘magheggi’ di cui si parla e di cui, ripeto, non abbiano noi prove tangibili”.

”Abbiamo visto che negli ultimi 30 anni questi disastri hanno avuto un costo medio per lo Stato italiano di 3 miliardi: chi li ha tirati fuori 3 miliardi se non noi cittadini? Per dare un miliardo e 200 milioni all’Aquila ci hanno aumentato i bolli da 14,60 a 16 euro: chi li sta pagando? Noi cittadini”.