Theresa May premier inglese. Dopo Thatcher nuova lady di ferro. Era anti Brexit ora…FOTO

di redazione Blitz
Pubblicato il 11 Luglio 2016 - 21:40| Aggiornato il 12 Luglio 2016 OLTRE 6 MESI FA
Theresa May premier dopo Cameron, a Downing Street mercoledì

Theresa May premier dopo Cameron, a Downing Street mercoledì

LONDRA  – Theresa May sarà il nuovo primo ministro della Gran Bretagna. Lo ha certificato lo stesso premier dimissionario David Cameron proprio dinanzi al portoncino numero 10 di Downing Street. Il Paese “non ha bisogno di un periodo prolungato di transizione”, ha detto precisando che mercoledì presiederà l’ultimo consiglio dei ministri, poi risponderà alla Camera dei Comuni al suo question time di congedo e infine cederà il passo a Theresa May, molto prima del 9 settembre, data originariamente prevista per annunciare il vincitore delle primarie e il conseguente cambio della guardia al vertice del governo.

Theresa May, che compirà 60 anni il prossimo primo ottobre è la seconda donna a diventare premier dopo Margaret Thatcher, a 37 anni dalla sua nomina e a 26 dalla caduta. Era ministro dell’ Interno dal 2010; era entrata in Parlamento nel 1997.

Sia la Thatcher sia la May vengono dalla classe medio bassa, della profonda Inghilterra, estremamente austera e religiosa, anche se da regioni agli opposti estremi del regno. Thatcher era nata  a nord, nel Lincolnshire, la May viene dal Sussex del sud, proprio davanti alla Francia. Margaret Thatcher era figlia di un droghiere molto impegnato nelle attività religiose, la May è figlia di un prete anglicano.

Parlando davanti alla sede del Parlamento britannico subito dopo l’annuncio, Theresa May ha anticipato che governerà nell’interesse dell’intero Paese e “non solo per i pochi privilegiati”, promettendo di reprimere gli eccessi delle grandi aziende e dei manager, diffondendo un brivido di terrore nelle ovattate stanze del potere economico inglese.

Durante la campagna su Brexit, Theresa May è stata schierata, senza eccessivo calore, in favore del Remain, ma subito dopo il referendum si è impegnata a portare la Gran Bretagna fuori della Unione Europea: “Brexit vuole dire Brexit”, aggiungendo: “Ne faremo un successo.

La designazione di Theresa May è arrivata dopo la rinuncia di Andrea Leadsom alla candidatura per la leadership Tory.

Leadsom, ministra dell’Energia nel governo Cameron, le ha lasciato campo libero dopo la gaffe che ha scatenato la bufera tra i conservatori: una sua controversa frase sull’importanza della maternità. Aveva dichiarato – esiste anche l’audio – che “essere madre le dà un vantaggio rispetto alla May che figli non ne ha”. E che non può avere. Tra i Tories è scoppiato il putiferio. Persino con qualche minaccia di scissione. La vicenda è finita sulle prime pagine dei domenicali che sottolineavano come diversi deputati e soprattutto deputate filo-May siano insorti contro Leadsom.

La sottosegretaria all’Energia ha negato che il senso delle sue parole fosse quello attribuitole ieri con un titolo a sensazione dal Times e si è detta “disgustata”. Mentre l’ex ministro Iain Duncan Smith, suo sostenitore, ha parlato di una macchina “del fango messasi in moto contro Andrea” – paladina della Brexit al referendum del 23 giugno – da parte di quegli stessi ambienti che a suo dire avevano già dato vita al “progetto paura” per cercare d’impedire il divorzio dall’Ue.

I tabloid Sun e Mail, entrambi schierati con la May, hanno pubblicato fior fior di editoriali nei quali, pur ammettendo che le parole di Leadsom potevano essere state “ingenue” e dette senza intenzione di ferire, erano comunque inaccettabili per una persona che ambisce a diventare primo ministro. Alla fine Leadsom ha scelto di fare un passo indietro, spianando la strada all’attuale ministra degli Interni, che era schierata per restare nella Ue.

La May, riporta la Bbc, nella stessa giornata di mercoledì, prima di andare a Downing Street sarà ricevuta a Buckingham Palace dalla regina per ricevere l’incarico formale di capo del governo di Sua Maestà. Cameron si è congratulato con Andrea Leadsom per aver preso la decisione “assolutamente giusta” di chiudere ora la corsa in casa Tory, rinunciando a favore di May. Ha poi elogiato la premier entrante come una figura “forte e competente, più che in grado di dare al Paese la leadership” che esso richiede per i prossimi anni e per i cambiamenti che il risultato del referendum sulla Brexit imporrà (foto Ansa).