Tsipras: proposta Ue assurda. Rottura tra Grecia e Paesi dell’Euro

di Redazione Blitz
Pubblicato il 5 Giugno 2015 - 20:28 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Il premier greco Alexis Tsipras ha giudicato assurda la proposta di accordo dell’Europa, sancendo così la rottura nelle trattative fra la Grecia e l’Unione Europea, che spaventa i mercati finanziari di tutto il Vecchio Continente. I listini delle Borse non crollano ma calano tutti. E se Londra, Francoforte e Parigi perdono un punto percentuale, Milano va giù del 2,1%, con forti vendite sui titoli bancari. Clicca qui per scaricare il documento di 47 pagine della proposta di accordo del governo Tsipras a Ue, Bce e Fmi.

Tsipras ha detto al Parlamento greco che la bozza d’intesa presentata dal presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker è stata una brutta sorpresa. Aggiungendo di sperare che i creditori ritirino la loro proposta perché non è realistica. Parole in linea con quelle di un comunicato del Ministero delle Finanze, cioè di Yanis Varoufakis: “Le proposte presentate (dai creditori, ndr) aumenterebbero la povertà e la disoccupazione”, mentre serve una “immediata convergenza verso proposte più realistiche”.

La Grecia vuole una soluzione definitiva sulla questione della sostenibilità del debito che metta fine allo scenario di Grexit, ha detto ancora Tsipras, aggiungendo che i greci non vogliono che il governo ceda a ricatti.

Atene ha deciso di non pagare al Fondo Monetario Internazionale i 350 milioni in scadenza oggi, scegliendo di pagare tutti insieme a fine mese i 1.600 milioni dovuti. Il portavoce della Commissione Ue Margaritis Schinas ha spiegato che “la decisione di ‘raggruppare’ i pagamenti è in linea con le regole del Fmi ed è già stata usata prima” e questa “non mette in dubbio la capacità della Grecia di onorare i suoi debiti”.

Per il momento non va a buon fine quindi l’offensiva politica di Angela Merkel, con una raffica di incontri ai massimi livelli fra Berlino e Bruxelles sfociata in una proposta più “soft” per sbloccare l’impasse.

Una doccia gelata sulla trattativa che era stata rilanciata dopo il pressing degli Stati Uniti, preoccupati per l’impatto di un possibile default, e accolta dalla cancelliera con un vertice d’emergenza a Berlino martedì assieme a Mario Draghi, Christine Lagarde, Francois Hollande e Jean-Claude Juncker.

E quanto il default sia dietro l’angolo (Atene ha detto in passato che non pagherebbe il Fmi senza un accordo) lo rivela la decisione, contrariamente a quanto dichiarato fino a poche ore prima sia dal Fmi che da Atene, di non pagare domani la tranche dovuta domani all’istituzione di Washington: la Grecia “intende accorpare i quattro pagamenti di giugno in un unico esborso il 30 giugno”, informa una nota del Fmi che, richiamando una decisione interna risalente agli anni 70, sembra acconsentire. Se la politica aveva deciso di riappropriarsi del dossier greco mettendo in secondo piano il negoziato tecnico, proprio la politica sembra aver riportato lo stallo.

Il premier greco Alexis Tsipras solo stamani, dopo l’incontro a cena ieri con Merkel e Hollande, si era detto “ottimista, siamo vicini ad un accordo”, mentre anche da Commissione Ue ed Eurogruppo arrivavano dichiarazioni positive. Che cosa è successo al suo rientro ad Atene, dove oggi Tsipras ha tenuto un incontro con il ministro delle Finanze Yanis Varoufakis e domani alle 18 farà il punto di fronte al Parlamento?

A provocare il “rifiuto” ufficiale della proposta europea sarebbero state non solo le divergenze con Fmi, Ue e Bce, ma anche quelle interne: con una parte crescente di Syriza che promette battaglia fra voci, smentite, di un voto di fiducia. Il vicepresidente del Parlamento greco, Alexis Mitropoulos, stamani ha dichiarato che elezioni anticipate appaiono ormai inevitabili dopo che a Bruxelles hanno prevalso “opinioni estreme”.

La cancelliera Merkel, alle prese con una bomba ad orologeria che potrebbe innescare l’uscita dall’euro creando un pericolosissimo precedente, si mantiene cauta: “La Germania desidera che la Grecia faccia parte dell’euro” ma “ci vuole uno sforzo da parte di Atene”, dice al Tg1. Meno disteso, probabilmente, il clima al Fmi, con la Lagarde che rifacendosi a Draghi chiede un “accordo forte” ma ricorda anche, velatamente, che sarebbe opportuno ristrutturare il debito greco. Dopo quattro mesi di negoziato tutto torna in gioco, dunque, e non è chiaro quando Tsipras tornerà a Bruxelles per riprendere il negoziato con il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker.

Le distanze restano, anche se non insormontabili: Tsipras ha proposto un surplus primario per il 2015 fra 0,85 e 1% in rialzo fino al 3,5% nel 2018, numeri ormai vicini a quelli proposti dai creditori. Che però non concordano nei conteggi del documento greco e chiedono interventi più decisi sulle pensioni (dove Tsipras propone un approccio graduale sulle pensioni anticipate), sul rialzo dell’iva (il cui gettito resterebbe invece invariato), sul lavoro (dove Atene insiste per la reintroduzione della contrattazione collettiva e sul rialzo, ancorché progressivo, del salario minimo).