Ucraina, Ue divisa sulle sanzioni. Gentiloni frena. Con lui Parigi e Londra

di Redazione Blitz
Pubblicato il 30 Gennaio 2015 - 14:10 OLTRE 6 MESI FA
Ucraina, Ue divisa sulle sanzioni. Gentiloni frena. Con lui Parigi e Londra

Il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni (Foto Lapresse)

BRUXELLES – L‘Unione europea si divide sulle nuove sanzioni alla Russia, dopo gli ultimi attentati in Ucraina orientale. E il ministro degli Esteri italiano, Paolo Gentiloni, si schiera con la Grecia di Alexis Tsipras e chiede di “non prendere decisioni premature”. Tradotto: per il momento, almeno, basta colpire l’economia già in ginocchio della Federazione. Intanto, però, le sanzioni in scadenza a marzo sono state prorogate fino a settembre. E si pensa a nuovi nomi da inserire nella lista di russi colpiti.

I rappresentanti delle diplomazie dei 28 Paesi Ue si sono riuniti a Bruxelles per il vertice convocato da Lady Pesc (Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione), Federica Mogherini. A preoccupare sono gli ultimi attentati, in particolare quello al bus di Donetsk e al mercato di Mariupol, che hanno portato a ben oltre cinquemila le vittime del conflitto in Ucraina orientale da aprile 2014.

I baltici Lettonia, Estonia e Lituania e la Polonia sono i più agguerriti anti-Putin. Chiedono che nuove sanzioni colpiscano Mosca. Francia, Regno Unito e Italia, ma anche la nuova Grecia a guida Syriza, Austria, Repubblica Ceca e Slovacchia frenano.

“Non credo che l’Europa debba prendere decisioni premature in materia di ulteriori sanzioni in settori economici rispetto a quelle già in corso. Qui a Bruxelles credo che l’Europa debba condannare in modo molto fermo quello che è successo in questi giorni da parte dei separatisti nelle regioni orientali dell’Ucraina e debba invitare la Russia con fermezza all’attuazione dei protocolli di Minsk”,

è l’invito di Gentiloni.

Ma se per Mikhail Gorbaciov “una guerra fredda è già in corso” e potrebbe presto diventare “una guerra calda” perché “gli Usa hanno totalmente perso la strada nella giungla”, l’inviato russo all’Osce (l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) lancia un appello a Washington e “ai Paesi che hanno un’influenza” su Kiev:

E’ ora di smettere di assecondare il partito della guerra ucraino”.