Ue. Coltivare o no Ogm? La decisione ai singoli Stati: primo sì a Bruxelles

Pubblicato il 5 Luglio 2011 - 18:51 OLTRE 6 MESI FA
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foto Lapresse

STRASBURGO – Primo sì del Parlamento europeo alla proposta della Commissione europea che dà la possibilità agli Stati membri di decidere, sulla base di determinati criteri, se coltivare o meno organismi geneticamente modificati (Ogm) sul loro territorio.

Gli Ogm dovranno però prima essere autorizzati dalla Commissione europea, su parere dell’Agenzia per la sicurezza alimentare dell’Ue (Efsa).

L’Assemblea europea ha infatti approvato, precisano fonti del Parlamento oggi a Strasburgo, la relazione della liberale francese Corinne Lepage, sulla proposta del commissario Ue alla salute John Dalli.

Ora la palla passa al Consiglio dei ministri europei dell’ambiente per poi ritornare all’Europarlamento per le seconda e decisiva votazione.

”E’ positiva la decisione del Parlamento Europeo di consentire agli Stati membri di limitare o vietare la coltivazione di organismi geneticamente modificati (Ogm) per ‘motivi ambientali’, come lo sviluppo dalla resistenza ai pesticidi e la tutela della biodiversità”, ha commentato la Coldiretti commentando il voto del Parlamento europeo dove una maggioranza si è espressa a favore del diritto degli Stati membri (e delle loro regioni) di vietare la coltivazione nel loro territorio di Organismi geneticamente modificati (Ogm), anche se sono autorizzati a livello comunitario.

”Secondo il testo dell’Europarlamento, che ora dovrà essere approvato a maggioranza qualificata dagli Stati membri in Consiglio Ue, – spiega la Coldiretti – i divieti nazionali di coltivazione di un Ogm autorizzato a livello europeo saranno possibili anche sulla base a motivazioni ambientali”.

”Un orientamento – continua la Coldiretti – che rafforza la decisione dell’Italia di chiedere l’applicazione della clausola di salvaguardia a livello comunitario proprio per mantenere il territorio nazionale libero da Ogm, come richiesto dalla maggioranza dei cittadini. In Italia, per la conformazione morfologica dei terreni e le dimensioni delle aziende, non sarebbe possibile evitare le contaminazioni ambientale e sarebbe violata la sacrosanta libertà della stragrande maggioranza degli agricoltori e cittadini di avere i propri territori liberi da Ogm”.

”Gli Ogm spingono – conclude la Coldiretti – verso un modello di sviluppo che è il grande alleato dell’omologazione e il grande nemico della tipicità, della distintività e del Made in Italy”.