Zapatero in caduta libera: l’83% degli spagnoli non crede più al suo premier

Pubblicato il 4 Maggio 2010 - 12:14 OLTRE 6 MESI FA

Disoccupazione, sondaggi e rating. Sono questi i punti fondamentali che mirano la posizione del premier spagnolo José Luis Rodriguez Zapatero. La spagna ormai non gli crede più ed il calo vertiginoso nei sondaggi lo confermano. Nel 2008 vinse col 43,7%, a maggio 2010 la fiducia nel premier è scesa al 37,5%, sondaggi riportati da un giornale spesso amichevole come El Paìs. Poi un’altra cifra che agli spagnoli proprio non è andata giù: 4 milioni e 600 mila disoccupati.

Zapatero si riunirà mercoledì con il leader dell’ opposizione, il popolare Mariano Rajoy, che comunque non naviga in acque migliori. Parleranno della tragedia greca e di quella portoghese ma non potranno nascondere le rispettive sventure politiche. Rajoy non ha la responsabilità del comando, però è malvisto dai suoi stessi elettori perlomeno quanto il capo del governo dal resto di Spagna.

Zapatero perà ha una priorità: restituire un briciolo di ottimismo alla Spagna, magari con la riduzione del deficit al 3% entro il 2013. Gli economisti, persino quelli meno vicini al governo, come Fernando Fernandez, consulente per 5 anni del Fondo Monetario Internazionale, oltre che del Banco Santander, e docente alla IE Business School di Madrid, sono meno catastrofici sulla crisi spagnola. «Al 60%, il governo farà il minimo indispensabile per mantenere il debito al livello corrente, intervenendo sempre un po’ in ritardo. E senza riuscire ad abbassare il tasso di disoccupazione sotto il 16%. Una languida sopravvivenza», spiega Fernandez che non esclude neppure «un 10% di possibilità che la Spagna abbandoni l’euro, suicidandosi, o che al contrario sorprenda l’Europa con un nuovo miracolo, grazie a una rigorosa riforma del mercato del lavoro, del sistema fiscale, delle pensioni e delle casse di risparmio ».

Le possibili misure adottate da Zapatero però lasciano insoddisfatti gli elettori, decisamente severi col premier. L’81% degli intervistati da Metroscopia per El País, boccia le misure adottate dal governo per fronteggiare la crisi economica. Anche se il 62% non pensa che l’Unione Europea se la sia cavata meglio. Ma la pessima notizia per il Psoe è che il 64% dei suoi votanti mette in mora le strategie del consiglio dei ministri. Per l’87% degli spagnoli, non c’è ancora luce in fondo al tunnel e le possibilità di un contagio della nefasta influenza greca è paventato dal 50% dei consultati.

La popolarità di Zapatero è ancora più bassa di quella del suo governo: l’83 % degli interpellati è convinto che sia un improvvisatore e il 77% ha perso quasi completamente la fiducia in lui. Rajoy non ha saputo approfittarsene: quasi metà dei suoi elettori, il 49%, è altrettanto scettica sulle sue capacità e l’81% continuerebbe a votarlo soltanto per fedeltà al Pp. E per togliere il potere ai socialisti, ai quali resta l’appoggio del 59% dei suoi simpatizzanti del 2008.

Il primo test elettorale importante sarà in autunno, in Catalogna, antico feudo del Psoe che governa sia la Generalitat sia il comune di Barcellona. Zapatero lì gioca in casa ma è l’unica certezza per un premier in caduta libera.