Firme false, Formigoni ha diffamato i radicali: condannato a risarcire 110mila €

Pubblicato il 11 Ottobre 2012 - 15:33 OLTRE 6 MESI FA
Roberto Formigoni (Lapresse)

MILANO – Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, è stato condannato a pagare 900 euro di multa per diffamazione nei confronti dei Radicali, e 110 mila euro di risarcimento danni da corrispondere agli esponenti della lista Bonino-Pannella tacciati dal Celeste di aver partecipato a una macchinazione finalizzata a escludere il centrodestra dalle elezioni regionali 2010. Il giudice ha stabilito un risarcimento a carico di Formigoni di 30 mila euro per Marco Cappato, 30 mila per Lorenzo Lipparini e 50 mila a favore del partito rappresentato da Marco Pannella. E ha disposto l’obbligo di pubblicazione della sentenza sul Corriere della Sera.

La sentenza giunge in seguito alla reazione-boomerang che ebbe Formigoni un anno fa quando i radicali fecero emergere il caso delle firme false nella presentazione della sua lista alle regionali 2010.

Per l’accusa, il governatore lombardo, nel marzo 2010, aveva accusato il partito di Pannella di aver ordito un complotto contro di lui. Il 5 marzo 2010 accadde che Formigoni non solo si difese ma tentò di ribaltare le accuse rivoltegli dai radicali. In ben 4 dichiarazioni rilasciate a quotidiani nazionali, in sua discolpa puntò il dito contro di loro che, a suo avviso, avrebbero “potuto compiere qualsiasi atto manipolativo, compresa la sottrazione di documenti in tribunale”. In più il governatore della Lombardia avanzò il sospetto che “essendo rimasti per ben 12 ore soli con in mano penne e borse a controllare i registri (i radicali, ndr) avrebbero potuto manipolare le liste, correggerle, spostare i documenti come volevano”. E parlò di “51 certificati, a una prima verifica segnalati come presenti” e che “dopo la visita dei Radicali non c’erano più”.

Il pm Mauro Clerici ha ritenuto le ricostruzioni di Formigoni false come le 926 firme che gli hanno consentito di presentarsi alle urne contro il candidato Pd Filippo Penati, nel 2010. In merito a quest’altra vicenda il pm ha chiesto il rinvio a giudizio di alcuni consiglieri provinciali Pdl: la responsabile elettorale Clotilde Strada e l’allora coordinatore e attuale presidente della Provincia Guido Podestà.

“Sapevamo che era un presidente abusivo – ha commentato soddisfatto Lorenzo Lipparini – ora sappiamo che è anche un presidente bugiardo”.