2 giugno, Festa della Repubblica tra le polemiche. Mattarella richiama all’unità

di redazione Blitz
Pubblicato il 2 Giugno 2019 - 06:00| Aggiornato il 23 Agosto 2019 OLTRE 6 MESI FA

2 giugno, Festa della Repubblica tra le polemiche. Mattarella richiama all’unità (foto Ansa)

ROMA  –  Tra generali ‘disertori’, politici assenti e politici presenti ma critici quella che va in scena oggi, domenica 2 giugno, ai Fori Imperiali di Roma è una parata per la Festa della Repubblica con molte polemiche. 

Sfileranno in 3.975, con 75 bandiere e stendardi, 23 gonfaloni di Regioni, Province e Comuni, 50 Labari delle Associazioni combattentistiche, 14 bande musicali e fanfare, 56 cavalli e 9 unità cinofile. Ma molti occhi saranno puntati sulle tribune delle autorità per vedere chi c’è e chi manca.

Mentre dal capo dello Stato arriva un invito all’unità: “Il 2 giugno – dice Sergio Mattarella – è la festa degli italiani e il simbolo del ritrovamento della libertà e democrazia. E’ un appuntamento che rinsalda da parte dei cittadini la loro adesione leale e il loro sostegno all’ordinamento repubblicano nella sua articolazione, allo stesso tempo unitaria e rispettosa delle autonomie sociali e territoriali”.

Dopo gli attacchi dei generali oggi assenti per protesta (Vincenzo Camporini, Leonardo Tricarico, Mario Arpino, Pasquale Preziosa), il ministro della Difesa non ci sta e parla di “uso strumentale di questioni legate ai militari e alle istituzioni. Il 2 giugno è la festa di tutti e il tema scelto nulla ha a che fare con questioni politiche”.

Già, il tema dell’inclusione, scelto per la celebrazione di quest’anno, non è stato apprezzato da tutti, perché giudicato poco pertinente con la missione delle forze armate. Ma, sostiene Trenta, “è la stessa Costituzione che richiama il concetto di inclusione, per quanto riguarda la parata significa che nessuno nella Difesa resta indietro”.

Il ministro del’Interno, Matteo Salvini, spesso poco tenero con la collega della Difesa, è tra quelli che ci saranno. “Io – spiega – sono al fianco delle nostre forze armate in Italia e nel mondo. E penso che sia dovere di un ministro essere sempre e comunque al fianco delle proprie donne e dei propri uomini. Se qualcuno non c’è – è la frecciata – evidentemente è perché non ha sentito sempre questa presenza e questa vicinanza”.

Per un ex ministro della Difesa (Ignazio la Russa) che non ci sarà in polemica con la Trenta, un altro ex (Arturo Parisi) sarà presente, ma polemico. “Comprendo e condivido – afferma – lo sconcerto che in questi giorni attraversa l’animo di molti che nel presente e in passato, militari e civili, hanno rivestito ruoli di responsabilità nella Difesa armata della Repubblica. Uno sconcerto che, più che singole scelte o iniziative del governo attuale, riguarda l’ispirazione che appare legarle e le conseguenti contraddizioni nella loro attuazione”.

La leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, lamenta una questione di mancati inviti. “La Trenta mi esclude dalla parata del 2 giugno? Mi dispiace che un ministro confonda le sue simpatie politiche con i ruoli istituzionali e politici”, scrive su Facebook. Fonti della Difesa replicano: è stata invitata, ma lei voleva un posto in tribuna presidenziale, riservata alle cariche istituzionali, non politiche.

Lo Stato Maggiore della Difesa prova a buttare acqua sul fuoco dissociandosi “da ogni polemica o presa di posizione personale che possa minare la coesione politico-istituzionale necessaria per il regolare svolgimento dei compiti propri delle Forze armate. Il 2 giugno deve essere un giorno di festa. Anche quest’anno la rivista, con il tema dell’inclusione scelto dal ministro della Difesa, vuole testimoniare come questa giornata rappresenti la festa di tutti, militari e civili che fanno parte delle componenti attive dello Stato, accumunati dagli stessi intenti e valori”. (Fonte: Ansa)