2 giugno. La parata della “discordia” si fa, ma niente frecce tricolori né armi

Pubblicato il 2 Giugno 2012 - 09:57 OLTRE 6 MESI FA

Giorgio Napolitano (Lapresse)

ROMA – Sobria, ma si fa. In forma ridotta rispetto al passato: niente Frecce tricolori, niente ssistemi d’arma, niente cavalli, ma un minuto di silenzio prima del via. La parata del 2 giugno e le celebrazioni per il sessantaseiesimo anniversario della Repubblica italiana si sono svolte a Roma in memoria delle vittime del terremoto che ha colpito l’Emilia Romagna, con polemiche annesse. Pierferdinando Casini dell’Udc è andato e ha attaccato chi non lo ha fatto parlando di “diserzioni per demagogia”. Antonio Di Pietro dell’Idv ha parlato di “sagra dello spreco”. Il sindaco di Roma Gianni Alemanno non si è presentato.

Il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, è andato all’Altare della Patria per rendere omaggio alla tomba del Milite Ignoto.

(LaPresse)

Ad attendere Napolitano al Vittoriano, tra gli altri, il presidente del Consiglio Mario Monti, i presidenti di Camera e Senato, Gianfranco Fini e Renato Schifani ed il presidente della Corte Costituzionale, Alfonso Quaranta. Il presidente della Repubblica, accompagnato dal ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola e dal capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Biagio Abrate, ha deposto una corona di alloro al sacello del Milite ignoto.

Napolitano, nonostante proteste e inviti a fare retromarcia arrivati da più parti, ha deciso che la parata si sarebbe fatta come segnale di unità, ma con il 20% di militari in meno. La decisione ovviamente non ha placato le polemiche: diverse forze politiche, come Lega e Idv, hanno annunciato diserzioni per la la manifestazione a causa di quella che sarebbe una “mancanza di sensibilità per le vittime del sisma”, e il mondo dei social network si è diviso tra chi ha proposto di boicottare in massa la parata e chi ha spinto per azioni di protesta.

”Il 2 giugno 1946 gli italiani, risorti dalle sofferenze di due guerre e spezzato il giogo della dittatura, completarono il loro lungo e difficile cammino verso un nuovo stato democratico, i cui principi fondanti trovarono poi mirabile sintesi nella Carta costituzionale, architrave delle istituzioni e supremo riferimento per il paese e per il cittadino”, ha detto il presidente della Repubblica.

E ancora: ”Pur stretto nell’impegno volto a fronteggiare una grave crisi economica e profondamente ferito da uno sconvolgente e luttuoso evento sismico, il nostro paese è più che mai determinato a proseguire nella propria azione in seno alla comunità internazionale, consapevole che, fino a quando la legalità e i diritti fondamentali saranno offesi, la cooperazione pacifica tra i popoli e lo sviluppo sociale ed economico non potranno definitivamente affermarsi”.

“E’ una giornata molto bella in cui festeggiamo la Repubblica e le sue radici e dobbiamo sentirci tutti uniti”, ha detto il ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri. La manifestazione, ha spiegato Cancellieri, “è un segno di riconoscimento per quanti operano in Italia e all’estero e portano in alto il nome del paese. L’importante – ha aggiunto – è che tutto sia sobrio e pieno di significati, e i significati ci sono tutti”.

APPLAUSI PER I MARò Applauso per Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due marò fermati dalle autorita’ indiane, durante la sfilata ai Fori Imperiali per la festa del 2 Giugno. Mentre i militari del Reggimento San Marco della Marina Militare passavano sotto la tribuna, lo speaker ha citato i due maro’ e dalle tribune e’ scattato un applauso.

CONTESTAZIONI A TORINO Un gruppo di anti-militaristi ha cercato di disturbare la cerimonia dell’alzabandiera per la festa della Repubblica in piazza Castello a Torino. Una quindicina in tutto vestiti da clown con tute mimetiche, si sono avvicinati all’area transennata soffiando in fischietti e battendo sui tamburi. Tra loro anche simpatizzanti del movimento 5 stelle e No Tav. La cerimonia si e però conclusa regolarmente.