Kyenge, con lei saremo stranieri nel nostro Paese?

di Silvia Cirocchi
Pubblicato il 28 Giugno 2015 - 19:09| Aggiornato il 16 Marzo 2017 OLTRE 6 MESI FA
Kyenge, con lei saremo stranieri nel nostro Paese?

Kyenge, con lei saremo stranieri nel nostro Paese?

Kyenge, con lei saremo stranieri nel nostro Paese?
In genere si dovrebbe partire senza pregiudizi, questo governo ancora deve giurare e già è sommerso dalle critiche. Ma se non si può valutare il lavoro di un governo non ancora attivo possiamo quantomeno iniziare a valutare le prime dichiarazioni dei futuri ministri. Poche dichiarazioni in realtà, ma quelle del neoministro dell’integrazione e portavoce di “Primo Marzo” (un progetto di partecipazione dal basso impegnato nella lotta al razzismo e nella difesa dei diritti umani) Cecile Kyenge, quantomeno destano ragionevole preoccupazione per quel ci aspetta. “Quella dello “ius soli” è una delle mie prime priorità, poi ci sono tante cose che dovranno cambiare ma questa rimane comunque una priorità al di sopra di tutto. Probabilmente troverò delle resistenze dovremo lavorare molto per realizzarlo – afferma Kyenge -. Ho lavorato con un gruppo forte, che ha creduto molto in questo e sicuramente loro mi aiuteranno a stare sul pezzo e sulle priorità per il Pd”.
Per chi non lo sapesse lo “ius soli” fa riferimento alla nascita sul “suolo”, sul territorio dello Stato. Per i paesi che applicano lo ius soli è è cittadino originario chi nasce sul territorio dello Stato, indipendentemente dalla cittadinanza posseduta dai genitori.
Ricordiamo anche che l’associazione di cui fa parte la 48enne di origini congolesi chiede anche:

L ‘abrogazione della Bossi-Fini e, in particolare, del nesso tra contratto di lavoro e permesso di soggiorno;
Rivendica l’applicazione e l’estensione dell’articolo 18 del testo unico sull’immigrazione come tutela per tutti i lavoratori che denunceranno di essere stati costretti all’irregolarita’ del lavoro;
L’abrogazione del reato di clandestinita’ e del pacchetto sicurezza;
L’abolizione del permesso di soggiorno a punti;
La chiusura dei CIE;
Una legge organica e adeguata per la tutela dei rifugiati e dei richiedenti asilo.
Basta leggere le dichiarazioni di Adele Tonini del Forum nazionale immigrazione del Pd “Siamo certi che con il suo appoggio riusciremo finalmente ad abolire la legge Bossi-Fini e ad avere un nuova legge sull’immigrazione e un quadro normativo per i rifugiati e richiedenti asilo degno di un paese civile e democratico”.

L’auspicio è che qualcuno in questo governo o nel Parlamento faccia capire a Cecile Kyenge che nessuno vuole risvegliarsi una mattina sentendosi straniero in casa propria.

Su TWITTER il ministro scrive

“Cambiamento concreto per l’Italia, la sua società e il modo di vedere l’integrazione come risorsa per il paese. La mia voce è quella di tutti.”
Cara Cecile, anche Rodotà era il Presidente di “tutti”. Forse è il caso che la sinistra riveda il concetto della parola “TUTTI“.