Berlusconi e Bossi divisi? Se la Libia spacca la maggioranza…

Pubblicato il 20 Marzo 2011 - 09:17 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Divisi dalla guerra in Libia. Berlusconi e Bossi la pensano evidentemente in maniera diversa sull’effettiva presenza italiana nel conflitto libico. Dopo il vertice di Parigi, nel quale si era deciso di attaccare, Bossi ha detto che è stata commessa una mossa non cauta perchè “ora verranno qui da noi in milioni e ce la prendiamo nel…”.

Parole forti, alla Bossi. Ma non sono queste le parole che fanno pensare ad una rottura con Berlusconi, bensì queste: “Penso che la posizione più equilibrata sia quella della Germania: era meglio essere più cauti”. Cioè, ha detto Bossi, fare quello che  aveva deciso il consiglio dei ministri, “la non partecipazione diretta ai raid. Ma poi ci sono ministri che credono di essere di più del presidente del Consiglio e parlano a vanvera” e mettono a disposizione degli alleati ben più delle sole basi.

Con Silvio Berlusconi Bossi ha riferito di non aver parlato sabato, anche se ci avrebbe provato invano quando il premier era al vertice di Parigi. Di sicuro, ha denunciato di fronte alla platea leghista, con i bombardamenti alla Libia “ci porteranno via petrolio e gas, e verranno in Italia milioni di immigrati”.

L’Italia offre comunque basi e appoggio logistico alla “coalizione” che sta imponendo con la forza la “no fly zone” in Libia ma, almeno per ora, non sarà in prima linea. Anzi, la speranza è che i caccia italiani non decollino mai.

Silvio Berlusconi, al termine del vertice di Parigi che da il via libera all’attacco contro l’esercito di Muammar Gheddafi, conferma la disponibilità a compiere raid, ma di fatto frena sull’ipotesi di un intervento diretto delle forze armate italiane che le parole di Ignazio La Russa prima e di Franco Frattini poi sembravano dare per probabile. Ma a Bossi non basta.

La cautela di Berlusconi sulla crisi libica si coglie nella cura con cui sceglie le parole. A cominciare dal rischio di rappresaglie libiche: “Vorrei tranquillizzare tutti: i missili libici non hanno la capacità di raggiungere il territorio italiano”. Si rifiuta di dare dettagli bellici, come quando gli chiedono se i caccia francesi siano partiti dall’Italia: “Sono notizie riservate”, taglia corto. Anche sul futuro del dittatore libico la prudenza è massima: “Tutta la comunità internazionale ritiene difficile che possa restare in sella dopo quello che è accaduto”. Ad ogni modo la “diplomazia” verrà dopo. Adesso la priorità è fermare gli attacchi sui civili. Poi ci sarà anche tempo per pensare a Bossi.