Abruzzo. 25 indagati, anche Chiodi. Le spese: “Hotel di lusso, fatture gonfiate”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 24 Gennaio 2014 - 00:04 OLTRE 6 MESI FA
Abruzzo. 25 indagati, anche Chiodi. Le spese: "Hotel di lusso, fatture gonfiate"

Gianni Chiodi

PESCARA – Camere in hotel di lusso, fatture gonfiate, biglietti aerei in business class pagati anche ai parenti e ancora una bottiglia di vino barolo da 95 euro. Queste solo alcune delle “spese pazze” del consiglio della Regione Abruzzo che è costato l’iscrizione nel registro degli indagati di Luigi De Fanis, Gianni Chiodi, Nazario Pagano e altri 22 tra consiglieri e assessori.

Le spese contestate sono quelle effettuate tra il 2009 e il 2012 e le accuse della Procura di Pescara sono a vario titolo di concussione, peculato e truffa aggravata i danni dello Stato. Nel provvedimento, arrivato dopo l’inchiesta di oltre un anno condotta dal pm Giampiero Di Florio, si legge:

“Nell’arco temporale 2009-2012 in relazione alla loro attività di rappresentanza esterna rendicontavano: fatture di vitto e alloggio per missioni prive delle necessarie autorizzazioni, ovvero mai effettuate; fatture di vitto e alloggio artatamente gonfiate negli importi (che prevedevano pertanto l’estensione dei benefici anche ad altri individui – parenti e non – che non avevano alcun titolo ad usufruirne); fatture relative ad alloggiamenti e strutture di lusso non consentite dalle norme regionali, ma giustificate con false dichiarazioni di indisponibilità di strutture di minor livello”.

L’indagine è però ancora aperta e ora i magistrati attendono i rendiconti delle spese del 2013, rendiconti che non sono stati ancora forniti da consiglieri e assessori. Il reato di truffa aggravata è per il periodo iniziale della consiliatura, quando Giunta e assessori anticipavano le spese e quindi i rimborsi erano a debito. Il peculato è per uso di carta di credito non per fini istituzionale, mentre il falso ideologico è per fatturazioni con dati non rispondenti al vero.

Gianni Chiodi, presidente della Regione Abruzzo, si è detto “tranquillo”: “Ancora non so precisamente di che cosa si tratti perché non ho ricevuto l’avviso di garanzia. Ho capito che si tratta di rimborsi e, da quello che si apprende, sembrano cose che possono essere spiegate ampiamente, non è come avvenuto nel resto dell’Italia”.

Chiodi, finito tra gli indagati, ha aggiunto: “Io non compilo rimborsi sulle visite istituzionali, credo che si possa spiegare tutto. Prima o poi in Abruzzo doveva arrivare, è un trend nazionale. Ricordo comunque che sono stato colui che ha ridotto del 75% le spese di rappresentanza rispetto alla precedente Giunta”.

Tra gli indagati è finito anche Lorenzo Sospiri, attuale capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale d’Abruzzo, che ha dichiarato: “Con vivo stupore ho appreso dell’ indagine intrapresa dalla Procura della Repubblica di Pescara inerente la questione dei rimborsi richiesti alla Regione Abruzzo. Le contestazioni, prima che insussistenti nel merito, si presentano fantasiose e inidonee a reggere qualsiasi vaglio, e approfondimento”.

Nella nota Sospiri ha affermato: “Trattasi infatti di addebito consistente nell’aver asseritamente ‘sottaciuto’, in sede di richiesta di un rimborso relativo a una missione istituzionale (resa per conto della Regione e regolarmente autorizzata unitamente ai miei collaboratori) l’esatto numero dei pasti consumati in un ristorante, per un importo che, secondo i calcoli della Procura, ammonterebbe a neppure cento euro”.

“Al di là del contenuto dell’indagine, a dir poco risibile – afferma Sospiri – e nei confronti della quale sono assolutamente sereno, avendo sempre improntato le mie azioni alla massima trasparenza, va rilevata la preoccupante tempistica con la quale nuovamente si cerca (con indagini innescate ad orologeria) di screditare l’operato della Regione Abruzzo e quello del sottoscritto Consigliere Regionale (il più votato della Città di Pescara, giova ricordarlo) a ridosso della imminente campagna elettorale”. Questa è una inopinata aggressione giudiziaria”.

Anche Pagano, presidente del Consiglio regionale d’Abruzzo, si è detto “sereno e fiducioso nella magistratura”: “Sono sereno e tranquillo nonché fiducioso nell’operato della magistratura. Chiarirò ogni addebito. È evidente che sono contestazioni sollevate senza tener conto del nostro regolamento che disciplina le missioni istituzionali. A tal proposito, voglio precisare che ho rappresentato l’Abruzzo anche all’estero solo ed esclusivamente a fini promozionali. Le missioni, infatti, sono un valore”.

Pagano ha poi aggiunto: “Voglio ricordare ancora che io ho ridotto le spese di rappresentanza del 70 per cento rispetto alla passata legislatura. Questa indagine, mi sembra di capire, riguarda presunte irregolarità nella trascrizione delle fatture, che non ricade, come è evidente, nella sfera del presidente del Consiglio o del singolo consigliere. Lo ribadisco, sono sereno”.