Inchiesta Abruzzo, gip: “Il governatore Chiodi sapeva che volevano far fuori il presidente del consorzio di Lanciano”

Pubblicato il 23 Settembre 2010 - 17:01 OLTRE 6 MESI FA

Il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, conosceva, secondo il Gip, le manovre per rimuovere ”fraudolentemente” il presidente del Consorzio rifiuti di Lanciano, non gradito al monopolista Rodolfo Di Zio, da ieri ai domiciliari come l’assessore alla Sanità Lanfranco Venturoni nell’ambito dell’inchiesta sui rifiuti.

Nell’ordinanza del Gip, Guido Campli, sono riportati i colloqui tra la Stati e Chiodi sul tema; un vertice tra i capi del Pdl abruzzese, compreso Chiodi, e quelli di una società interessata all’inceneritore teramano piu’ un sms di Chiodi a Di Zio nel quale il presidente lo ringrazia per l’assunzione del genero del suo segretario.

Quanto alle pressioni del senatore Fabrizio Di Stefano (Pdl), indagato, sull’ex assessore all’ambiente Daniela Stati per commissariare il Consorzio di Lanciano, nel provvedimento del Gip si fa riferimento alle difficoltà legali per estromettere La Morgia.

”Fabrizio – ha detto la Stati al telefono rispondendo al senatore – io questa cosa te la risolvo io perche’ non mi importa se ci sono gli estremi di legge…’, … come dire che – spiega l’ordinanza – anche se legalmente La Morgia non può essere esautorato, lo si farà comunque”.

”Commissariamo?”, ha invece chiesto il segretario della Giunta Enrico Mazzarelli alla Stati. ”Commissariamo – ha risposto la Stati – Allora io vado avanti perché il presidente è d’accordo”.

La Stati, spiega il Gip, ha subito le pressioni di Di Stefano e Mazzarelli le ha risposto: ”Eh, so che Gianni l’ha sentito”. Qualche giorno dopo ha comunicato a Chiodi: ”Non ti preoccupare presidente! Era soltanto per avvertirti che il commissariamento che ci ha chiesto sia Di Stefano che Paolini (sindaco di Lanciano) è stato possibile farlo. Perché ci sono i termini di legge”.

Ma ci furono delle difficoltà legali per la cacciata anzitempo di La Morgia e l’Avvocatura della Regione prima emise ”un parere contrario al commissariamento”, contenente tuttavia ”una pretestuosa scappatoia funzionale agli interessi dei Di Zio”.

La Squadra Mobile di Pescara ha poi documentato un incontro avvenuto nell’ottobre 2009 a Francavilla tra i vertici Pdl, compreso Chiodi, e due manager della Ecodeco, società milanese interessata da Venturoni e Di Zio alla costruzione dell’inceneritore di Teramo.

Che i rapporti tra Chiodi e Di Zio fossero stretti, lo ha testimoniato poi ”l’interessamento di Venturoni per la proroga del contratto di lavoro con i Di Zio di Antonio Di Pasquale”.

Di Pasquale, ha scritto Campli, ”è il genero di Giuliano Gambacorta, segretario di Chiodi”. ”L’interesse di Chiodi – ha concluso il Gip – è scoperto e (lo stesso Chiodi) invia un sms a Di Zio: ‘Caro Rodolfo, Giuliano mi ha detto che vi siete sentiti. Grazie e buona domenica”’.