Accademia della Crusca senza fondi, ma Franceschini dice “la cultura è la nostra vocazione”

di Edoardo Greco
Pubblicato il 3 Agosto 2015 - 12:40 OLTRE 6 MESI FA
Accademia della Crusca senza fondi, ma Franceschini dice "la cultura è la nostra vocazione"

Il ministro delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini, in occasione della visita dell’affresco dell’Ultima Cena di Leonardo da Vinci, 1 agosto 2015. ANSA/DANIE DAL ZENNARO

ROMA – Commentando gli articoli della stampa internazionale sui disastri italiani, e in particolare gli ultimi sul degrado di Roma e il caos dell’Aeroporto di Fiumicino, il ministro della Cultura Dario Franceschini ha detto che “L’Italia non è solo degrado: la cultura è la nostra vocazione”.

La cultura vocazione dell’Italia? Un articolo del Fatto sembra smentire questo slogan. Parla di una delle istituzioni culturali più note, l’Accademia della Crusca. Che da secoli (dal 1583) vigila sulla lingua italiana. Ma che è rimasta senza soldi. Colpa dei tagli imposti dalla spending review. Servirebbe un milione di euro all’anno, ce ne sono a malapena 600 mila. Caterina Minnucci sul Fatto:

Ma, ancora una volta, la Crusca è costretta a tenere il cappello in mano: la Regione Toscana le ha azzerato i finanziamenti (centomila euro nel 2014, 200 mila negli anni precedenti). Quello dello Stato avrebbe dovuto essere di quasi 750 mila euro all’anno, ma è stato ridotto a 600 mila. La cassa piange e non ci sono i soldi per continuare a finanziare i progetti di ricerca e pagare gli stipendi. Per lavorare bene, l’Acca dem ia avrebbe bisogno di oltre un milione di euro. Nei giorni scorsi la segretaria amministrativa dell’Accademia ha telefonato al ministero dei Beni culturali per sollecitare il bonifico ordinario del 2015, altrimenti a settembre sarà necessario interrogarsi se aprire o no un fido bancario.

Da Roma fanno sapere che “si daranno da fare”. Il ministro Franceschini ha promesso che salverà la Crusca. “Si tira avanti sempre così, il ministro ha dato la sua parola – racconta Claudio Marazzini, presidente dell’A cca demia e docente di Storia della lingua italiana all’Università del Piemonte orientale – ma non è il Re Sole che lancia monete d’oro alla folla. E non potrà mettere mano alla Legge Monti sulla spending review. Dovrà trovare una scappatoia per infilarli da qualche altra parte”.