Alpini morti in Afghanistan, La Russa: “Bombe sugli aerei? Serve condivisione in Parlamento”

Pubblicato il 13 Ottobre 2010 - 12:18 OLTRE 6 MESI FA

Ignazio La Russa

”I nostri militari mi hanno fatto sapere che siamo gli unici a non avere le bombe sugli aerei”, ma prima di aderire alla richiesta dei soldati (”non me la sono sentita di dire subito si”’) il ministro della Difesa Ignazio La Russa intende chiedere ”non un voto, non una decisione, ma un’opinione per me importante delle commissioni parlamentari”. Nella sua informativa al Senato La Russa ha sottolineato che ”c’e’ l’imbarazzo dei nostri militari a sentirsi in qualche modo di serie B rispetto agli alleati che possono usare le bombe”, ma ha precisato che il fatto di non avere le bombe sugli aerei darebbe solo ”un plus minimo di sicurezza per i nostri soldati”, la cui incolumita’ e’ comunque assicurata dal sostegno degli aerei di altri Paesi, ad esempio americani e francesi come gia’ avvenuto.

La Russa si e’ detto ”convinto” delle ragioni dei militari, ma prima di prendere una decisione ha chiesto una riflessione sull’argomento che possa portare a un’ampia condivisione in Parlamento, in modo da ”garantire un forte segnale di sostegno del Paese ai nostri ragazzi impegnati sul campo”.

“Questa condivisione mi sembra più importante dello stesso oggetto del dibattito sulle bombe – aggiunge La Russa – perché così si può garantire un forte segnale di sostegno del paese ai nostri ragazzi e ragazze impegnati sul campo. Mai alcun militare italiano è andato oltre il legittimo uso delle armi in Afghanistan e mai ha recato danno ai civili”.

Il ministro, inoltre, ha disegnato l’orizzonte temporale della missione. I militari italiani, spiega il ministro, dovrebbero essere in grado di consegnare alle autorità afgane il controllo di gran parte del territorio della regione ovest del Paese “entro la fine del 2011”, quando si spera che la missione possa diventare “solo di addestramento”, magari “con un incremento degli istruttori”. Obiettivo concretamente raggiungibile? “Sì – replica La Russa – se opereremo in concordia, se garantiremo risorse e sostegno adeguati ai nostri militari e se non ci perderemo in sterili discussioni sulla natura della missione”. Certo, ammette La Russa, “non pensiamo di trasformare l’Afghanistan nella Svizzera ma di consegnare al governo legittimo un territorio sufficientemente controllato”.