Afghanistan, vescovo di Padova: “Quel soldato morto non è un eroe”. La Russa: “Conti fino a dieci prima di parlare”

Pubblicato il 24 Gennaio 2011 - 10:35 OLTRE 6 MESI FA

E’ polemica nel mondo politico per le parole del vescovo di Padova, Antonio Mattiazzo, che sui morti in Afghanistan ha detto: “Non sono tutti eroi”. Gli risponde a stretto giro il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, che lo invita a “pensare fino a dieci prima di parlare”.

“Certo – ha detto il vescovo Mattiazzo – sono dispiaciuto per la morte di questo ragazzo (Luca Sanna, morto il 18 gennaio, 36esima vittima italiana in Afghanista. Ndr) Ma non sono d’accordo con una certa esaltazione retorica, non facciamone degli eroi. Magari poi si scopre che un soldato è morto per una mina fabbricata in Italia… Quelle non sono missioni di pace. I nostri soldati vanno lì con le armi…”.

La replica di La Russa. “Un’opinione personale, certo, ma assolutamente sbagliata – è la replica di La Russa – e anche un po’ ingenerosa nei confronti dei nostri soldati in Afghanistan. Eh sì, ha ragione lui, non bisogna dimenticare che carabinieri e polizia hanno le armi per combattere il terrorismo. Così, se un carabiniere viene ucciso da un criminale, diremo come dice il vescovo di Padova che non bisogna dimenticare che il carabiniere girava armato…”.

“Consiglierei al prelato – aggiunge il ministro – di contare fino a dieci la prossima volta che vorrà fare simili esternazioni e di leggersi prima la lettera che il giovane Matteo Miotto inviò a novembre dalla valle del Gulistan. La lettera in cui raccontava delle decine di bambini affamati che accolgono i nostri soldati all’ingresso dei loro villaggi…”.