Afghanistan. Il governo denuncia il Times: “Mai dato mazzette ai talebani”

Pubblicato il 15 Ottobre 2009 - 15:45 OLTRE 6 MESI FA

Mazzette italiane ai talebani? Da Palazzo Chigi al ministro La Russa  l’Italia nega di aver pagato i guerriglieri per mantenere calma la situazione per le truppe nostrane ed è pronta a denunciare il quotidiano inglese “Times”.

Già si affilano le armi, l’episodio non sarà lasciato passare così: «Le informazioni date oggi dal Times con parole nemmeno di probabilità ma di certezza sono assolutamente spazzatura e come tali vanno considerate. Ho dato incarico al mio capo di Gabinetto di procedere ad affidare ai legali il compito di denunciare il Times. Vediamo chi ha la potestà di farlo, se il mio dicastero o il governo, ma questa è la mia valutazione. La notizia in base alla quale pagavamo i talebani per non essere attaccati  è offensiva per i nostri morti e per i nostri militari. Nessun organo dello Stato ha mai operato come dice il Times. E per questo ritengo odioso che un giornale che sta operando con un sentimento di anti-italianità abbia dato una notizia senza verificarla. Non fa onore alla testata», ha spiegato La Russa a margine del consiglio dei ministri.

Con un comunicato ufficiale Palazzo Chigi aveva definito totalmente infondate le accuse mosse dal Times all’Italia e secondo le quali i servizi segreti del nostra paese avrebbero pagato milizie talebane per mantenere la calma nella regione afghana di Surobi.  «In relazione a quanto pubblicato oggi dal quotidiano britannico ‘The Times” circa l’impegno italiano in Afghanistan – si legge nella nota – si precisa che il Governo Berlusconi non ha mai autorizzato nè  consentito alcuna forma di pagamento di somme di danaro in favore di membri dell’insorgenza (ndr. leggi insurrezione) di matrice talebana in Afghanistan, né ha cognizione di simili iniziative attuate dal precedente governo.  Si esclude altresì – conclude palazzo Chigi – che l’Ambasciatore degli Stati Uniti a Roma abbia, all’inizio del mese di giugno 2008, inoltrato al Governo italiano un formale reclamo da parte del suo Paese in relazione ad ipotetici pagamenti in favore dell’insorgenza talebana».

La notizia ha fatto scalpore specie per le reazioni in America, dove di certo sopportano a fatica l’idea di scambi, di qualsiasi natura, con il nemico. Mentre in Italia, è un costume nazionale, spesso l’opzione della trattativa finalizzata al pagamento di un riscatto è la più gettonata per il rilascio di prigionieri o il superamento di grandi difficoltà in uno scenario bellico.