Agenzia nucleare. La Camera cancella norma pro-Veronesi, l’oncologo dovrà lasciare il Senato

Pubblicato il 3 Agosto 2010 - 20:43| Aggiornato il 4 Agosto 2010 OLTRE 6 MESI FA

Umberto Veronesi

Torna l’incompatibilità tra la presidenza della neonata Agenzia per la sicurezza nucleare e gli incarichi politici elettivi: il senatore del Pd Umberto Veronesi, indicato per la guida dell’agenzia, dovrà dunque lasciare il seggio di Palazzo Madama e gli antinuclearisti di Pd e Idv, da subito perplessi per la nomina, ora esultano. Anche se il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, precisa che ”sul nome di Veronesi per noi non c’é mai stato un problema di incompatibilita”’.

Se la norma fosse rimasta così com’era, in caso di nomina alla presidenza dell’Agenzia per la sicurezza nucleare Veronesi non avrebbe dovuto rinunciare al seggio di parlamentare. L’oncologo e senatore del Pd aveva però già detto nei giorni scorsi di essere pronto a dimettersi dal Senato per poter accettare la nomina, anche se una scelta in tal senso ufficialmente ancora non c’è stata.

La soppressione dell’articolo 3 del decreto energia, che aveva avuto l’ok di governo e relatore e che ora dovrà essere ratificata dal Senato, è avvenuta grazie all’approvazione di due emendamenti identici presentati dal Pd e dall’Idv. La norma prevedeva che ”in sede di prima applicazione” per il vertice della neonata Agenzia per la sicurezza nucleare, non venissero applicate le incompatibilità previste dalla sua legge istitutiva, tra cui quella con incarichi politici elettivi. I due emendamenti l’hanno tolta di mezzo, ristabilendo dunque l’incompatibilità.

Ermete Realacci, responsabile green economy del Pd e firmatario dell’emendamento soppressivo dell’articolo, non mancando di ribadire il no al nucleare, parla di una ”battaglia vinta”: ”L’Agenzia deve poter garantire una trasparenza e un’ indipendenza a tutela dei cittadini su una materia tanto delicata e importante, e cioé che gli incarichi del Presidente e dei membri dell’Agenzia non fossero ricoperti anche da politici eletti o da dipendenti ministeriali”.

Anche l’Idv, presentatario dell’altro emendamento soppressivo parla di ”grande vittoria”. Per Antonio Borghesi, vice capogruppo dell’Italia dei Valori alla Camera, l’articolo ”era incostituzionale e metteva a serio rischio la trasparenza e l’ indipendenza dell’Agenzia”. Un plauso alla cancellazione della compatibilità – ”una inaccettabile forzatura” – viene anche dagli ecologisti democratici che non mancano però di ribadire la contrarietà alla scelta del governo del ritorno al nucleare”.

Per Chicco Testa, presidente del Forum nucleare italiano, la cancellazione della norma di compatibilità ”non creerà problemi per la nomina di Veronesi, che io caldeggio – dice – alla presidenza dell’Agenzia per la sicurezza nucleare, anche perché – spiega – lo stesso Veronesi aveva già dichiarato che si sarebbe dimesso da parlamentare in caso di incompatibilità”. Il problema – conclude Testa, ”è che sono mesi che aspettiamo la nomina dell’Agenzia, il Governo deve accelerare”.