Alessandro Di Battista sindaco di Roma? Se la Raggi cadesse…

di Silvia Cirocchi
Pubblicato il 19 Dicembre 2017 - 13:06 OLTRE 6 MESI FA
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Alessandro Di Battista (a destra) con Virginia Raggi e Luigi Di Maio in una foto Ansa

ROMA – Puó sembrare assurdo, ma in realtà tanto assurdo non lo è proprio. Alessandro Di Battista ha detto basta, basta con il parlamento, basta con la politica, non vuole più essere un deputato. Si godrà compagna e figlio, non sarà ricandidato alle prossime politiche, come annunciato presentando il suo libro. Una decisione vista dall’elettorato grillino come un gesto di generositá e soprattutto in linea con gli ideali cinque stelle.

Ora peró veniamo alla situazione romana. La Capitale si trova in una situazione di degrado mai raggiunta prima, nulla in città funziona se non addirittura peggiora. A molti il sindaco Virginia Raggi non sembra in grado politicamente e (a quanto pare) nemmeno emotivamente di reggere la pesantezza e soprattutto la responsabilità di un ruolo così importante e delicato. Quindi? Quindi la voce di un suo “accantonamento” diventa sempre più insistente.

Dopo le politiche le dimissioni non tanto spontanee della Raggi sembrano alle porte, ma come salvare il Movimento Cinque Stelle dal fallimento che questo abbandono inevitabilmente segnerebbe? La soluzione ha un nome: Alessandro Di Battista. È vero, ha detto basta con la politica, ma sembra tutto studiato a tavolino: un bravo ragazzo come lui, che ha deciso di rifiutare i riflettori della politica, che è appena diventato padre, come potrebbe tirarsi indietro se i romani avessero bisogno di lui? Si sacrificherebbe per loro, ritornando sui suoi passi, sarebbero i suoi concittadini a chiederglielo. Lo farebbe proprio per regalare un futuro migliore al figlio.

Direi che è già pronta e costruita a pennello sulla sua persona la candidatura a sindaco di Roma, una candidatura tra l’altro molto probabilmente vincente. Il Movimento Cinque Stelle riuscirebbe a recuperare una complicata situazione rilanciando comunque la sua forza con una candidatura quasi blindata. Una ottima idea della Casaleggio e associati, ma forse non ne hanno calcolato la previdibilità giornalistica.