ROMA – Se la riforma della Giustizia non la fa Silvio Berlusconi non la farà nessuno. E’ l’opinione del segretario del Pdl, fino a qualche mese fa ministro della Giustizia, Angelino Alfano.
Nel giorno in cui esce il suo libro (La mafia uccide d’estate), giorno che come osserva sul Corriere Francesco Verderami potrebbe coincidere con quello della fine politica del Berlusconismo, Alfano torna sul tema del rapporto tra politica e giustizia e spiega: “Sarà difficile che un’altra coalizione dopo questo centrodestra, e un altro leader dopo Berlusconi, decidano di sfidare la corporazione dei magistrati”.
Proprio nel libro Alfano ripercorre una serie di iniziative sulla Giustizia poi finite con una sostanziale sconfitta di Berlusconi: dal lodo che proprio di Alfano portava il nome fino alla legge (ancora ferma) sulle intercettazioni.