Alfano silura e Formigoni si arrende a metà: “Sì al voto, ma io ci sarò”

Pubblicato il 14 Ottobre 2012 - 15:29 OLTRE 6 MESI FA
Roberto Formigoni (LaPresse)

ROMA – Dopo la Lega nord ci si è messo anche il segretario del suo partito, il Pdl. Angelino Alfano, per far capire a Roberto Formigoni che così non si può andare avanti ha scelto la metafora medica, quella che forse meglio di altre rende l’idea dell’agonia che sta vivendo la Regione Lombardia. “Non si può andare avanti con l’accanimento terapeutico” ha detto Alfano e allora Formigoni ha capito che questa legislatura, quella iniziata con la querelle firme false, e seguita col crollo politco nazionale del Pdl e con lo scandalo San Raffaele, non poteva andare avanti.

Prima, leggendo i primi lanci di agenzie, è sembrato che Formigoni volesse resistere ancora. “Un grave errore chiedere il voto ad aprile”, le prime parole del “celeste”. Poi una mezza resa che tanto resa non è. Perché se è vero che il Governatore alla fine si dice disposto a mollare ed accelerare le procedure per andare al voto il prima possibile subito dopo Formigoni aggiunge che lui “ci sarà, sarà in campo”.

Non dice, perché prudenza lo chiede, che sarà in campo come candidato governatore per quello che sarebbe il record dei record, ovvero il quinto mandato. Già quattro non era previsto e la sua elezione era arrivata tra le polemiche e i ricorsi. Ora Formigoni invece dice che la sua posizione “è ancora da determinare”.

Perché il Pdl dopo aver perso Milano stavolta sa che con Formigoni la Lombardia non è “messa in banca”, e sa che senza un qualche accordo con la Lega, la vittoria in Regione è tutt’altro che sicura. Lo sa bene anche il governatore che, infatti, per rimanere in sella in attesa che si calmassero le acque le ha provate tutte. “Mandare in crisi un governo come quello della Regione Lombardia – ripeteva ancora domenica mattina – in un momento di crisi come questo è profondamente sbagliato. Se però non vogliono aspettare il 2015 e vogliono le elezioni anticipate non possono pensare di tenere la Lombardia in agonia fino ad aprile. Cercherò di mandare la Lombardia al voto il più rapidamente possibile”.

Quanto alle dimissioni, parola cui di solito Formigoni reagisce risentito ricordando che lui “non ha fatto niente”, stavolta il messaggio è diverso: “Non prolungherò la campagna elettorale in Lombardia. Accelererò al massimo. Se la Lega non cambia posizione, da domani avvio le procedure per andare il più rapidamente possibile al voto”.

Che la Lega cambi idea, a questo punto, è difficile. E ora che ci si è messo anche Alfano la sensazione è che Formigoni possa già iniziare a pensare a quale sarà il suo ruolo “in campo” per le prossime elezioni.