Alfano va da Napolitano e dichiara: “Pronti a cambiare il Ddl intercettazioni”

Pubblicato il 10 Luglio 2010 - 13:44 OLTRE 6 MESI FA

Ieri 9 luglio il ministro della Giustizia, Angelino Alfano si è recato alla Presidenza della Repubblica. Lì lo attendeva il segretario generale della Presidenza, Donato Marra, uno dei principali collaboratori di Giorgio Napolitano, che gentilmente è stato ad ascoltare quanto il governo manda a dire al Capo dello Stato.

Poche concise parole per un messaggio chiaro: il ddl Intercettazioni cambia e non di poco. Cambia tutto il necessario perché siano superate le «criticità» che il Presidente della Repubblica ha segnalato nei giorni scorsi. Berlusconi ha dunque deciso che non è il caso di proseguire con il muro contro muro. Ora c’è solo da attendere i prossimi passaggi parlamentari per vedere che cosa accadrà e quali gli aspetti tecnici che saranno riscritti.

La visita è stata definita dal Quirinale come «Un gesto di attenzione istituzionale». Dopo le tensioni dei giorni scorsi, culminate con la clamorosa prima pagina del «Giornale» contro il Presidente della Repubblica, la retromarcia è innestata. Alfano non ha certo spiegato quali saranno nel dettaglio gli emendamenti a cui il governo pensa.

La linea del Quirinale ormai è chiara: nessun confronto preventivo, il Presidente valuterà il testo della legge sono al termine del suo iter parlamentare, così come vuole la Costituzione. Alfano ha però tenuto a chiarire che il Pdl non intende ignorare i moniti del Colle e che perciò verranno effettuate tutte le modifiche che si riterranno utili, «anche modifiche significative», si scandisce in ambienti del ministero della Giustizia.

È stato insomma recepito dal governo il punto di fondo sollevato dal Capo dello Stato. Di qui l’annuncio, per il momento informale, ma che già attraversa le file della maggioranza, che nella prossima settimana il governo concorderà con i gruppi parlamentari e con la relatrice, la finiana Giulia Bongiorno, una serie di emendamenti.

Quali, ancora non si sa, ma si possono immaginare a grandi linee. La durata delle intercettazioni ammesse per i reati ordinari, che il Senato ha fissato da ultimo in 75 giorni; qualcuno parla di innalzare il tetto a 120 giorni. La durata delle proroghe previste per gli ascolti in extremis (anche questi introdotti al Senato), ovvero le famose 72 ore in sovrappiù: tre giorni sono davvero pochi, si potrebbe arrivare al doppio. Infine le intercettazioni ambientali: oggi sono previste limitazioni draconiane a salvaguardia della privacy dei familiari degli indagati. Su questo punto Gianfranco Fini si è molto esposto.

Modifiche in vista anche per le multe agli editori. E poi acquisizione dei tabulati molto più facile di quanto la nuova legge avrebbe voluto. E forse anche qualche concessione in più sul versante delle norme transitorie. Quasi sicuro pure il trattamento di mafia e terrorismo anche per i cosiddetti reati-spia (usura, estorsione e riciclaggio), che quindi potrebbero consentire intercettazioni lungo tutto l’arco delle indagini preliminari. Entro martedì pomeriggio la commissione Giustizia dovrebbe ricevere gli emendamenti.

Le novità vere però arriveranno in aula, probabilmente prima della fine dell’estate.