Alfano non arretra: “Sdegno di Monti? Presento ddl compensazione”

Pubblicato il 1 Maggio 2012 - 21:06 OLTRE 6 MESI FA

ROMA, 1 MAG – Al forte 'sdegno' di Mario Monti contro i partiti (''chi ha governato e si candida a governare'' per il premier non puo' ''invitare ad istituire personali e arbitrarie sostituzioni tra debiti e crediti'') ne corrisponde uno specularmente grande da parte di un incredulo Pdl, che fa filtrare ''la notevole irritazione '' del segretario Angelino Alfano, messo sotto accusa per aver avanzato la proposta di compensare i debiti delle imprese con lo Stato con i crediti che le stesse vantano nella pubblica amministrazione.

''Presenteremo un disegno di legge in modo che anche agli imprenditori si possa applicare quanto previsto dallo statuto del contribuente'', non arretra di un passo Alfano, mentre il partito fa scudo al suo segretario. Sebbene il primo ad avanzare la proposta di una compensazione tra debiti e crediti fosse stato il leader del Terzo Polo Pier Ferdinando Casini (che oggi si limita a ribadire un incondizionato sostegno a Monti) nel mirino finisce soprattutto il Pdl, che reagisce sottolineando a sua volta il paradosso di un governo di tecnici che ricorre ad altri tecnici. ''Le nomine di Biondi, Giavazzi ed Alfano attestano il fallimento di Monti, costretto a sopperire alle incapacita' dei suoi ministri con commissari ad acta'', punge il capogruppo dei deputati Fabrizio Cicchitto.

Intanto la Lega, finita anch'essa nel mirino del premier per il suo invito alla disubbidienza fiscale, mentre Umberto Bossi annuncia che si ricandidera' alla segreteria risponde con Roberto Maroni: ''La priorita' e' mandare a casa Monti prima dell'estate''. Ma e' soprattutto il Pdl ad andare in urto con il premier, elogiando ampiamente il Capo dello Stato Giorgio Napolitano, che oggi ha chiesto a Monti di sbrogliare la matassa dei debiti-crediti delle imprese ''in sintonia con il Parlamento''.

''Monti ha il dovere di non reagire in modo presuntuoso e di confrontarsi con chi gli ha concesso la legittimita' costituzionale di governare'', attacca Guido Crosetto, mentre Osvaldo Napoli sottolinea che ''se lo Stato per primo non evade i suoi obblighi di debitore non puo' esigere il rispetto dei cittadini. La corsa al Quirinale e al dopo 2013 sta avvelenando i pozzi della politica ma non e' giusto scaricare sui cittadini il costo di queste ambizioni''. E cosi' Fabrizio Cicchitto si spinge fino a dire: ''Se il governo e' a rischio? Dipende dal suo presidente. Noi ci auguriamo di no per senso di responsabilita'''.