Caro, carissimo, delizioso, Silvio, inteso come Berlusconi, che oggi è riuscito a dichiarare: “Attenzione, i giudici di Napoli che hanno ordinato le perquisizioni nella redazione del Giornale, in realtà vogliono arrivare a me…”, come sempre gli va dato atto di avere detto la verità, anche se sotto forma di invettiva contro i giudici.
La preoccupazione di Berlusconi è fondata e si tratterebbe di una sorta di dantesca pena del contrappasso.
L’uomo che ha fondato tanta parte del suo successo e del suo potere proprio sul controllo dei media, adesso rischia di essere politicamente impiccato alla e dalla stessa corda
A noi le perquisizioni in redazione non sono mai piaciute e non facciamo eccezione neppure per il Giornale di Berlusconi, anche se da quelle parti non hanno mai fatto sentire un fiato di solidarietà, quando le perquisizioni, le liste di proscrizione e persino le leggi ad personam hanno colpito alle spalle giornali e giornalisti sgraditi al padrone editore.
Proprio perchè non amiamo le perquisizioni e la via disciplinare al giornalismo, non possiamo far finta di non vedere che i dossier e i veleni sono stati fabbricati ed emessi nei confronti di quanti hanno osato entrare in rotta di collisione con l’editore presidente del Consiglio: così è stato per il giudice Mesiano, per il direttore dell’Avvenire Boffo, per il presidente Fini ed ora persino per la “cara amica” Emma Marcegaglia.
Coincidenze? Dossier ad orologeria? Servizi deviati? Piduisti in servizio permanente effettivo? Tutte domande legittime e che si stanno ponendo gli inquirenti, i servizi non deviati, i rappresentanti delle istituzioni democratiche.
Quanto sta accadendo è indegno di un paese civile e ricorda alcune delle più brutte pagine del regime di Putin in Russia, nulla di simile sarebbe concepibile nel contesto dell’Unione europea.
“Vogliono arrivare a me…” strepita allora il vecchio caro Silvio, dimenticando che proprio lui è il padrone delle fabbriche dei veleni e che sempre lui ha indicato gli obiettivi politici da colpire.
Inutile che si disperi, l’irrisolto conflitto di interessi ora chiede il conto a lui.
Sarà difficile convincere nemici e soprattutto ex amici della sua estraneità, anche loro lo ritengono il responsabile ed allora perchè mai gli inquirenti non dovrebbero considerarlo, quanto meno, “persona informata dei fatti ?”