Lista Anemone, Cicchitto scandalizzato: “E’ l’ennesima lista di proscrizione”

Pubblicato il 13 Maggio 2010 - 12:26 OLTRE 6 MESI FA

Fabrizio Cicchitto

“Un massacro” e “un’ennesima lista di proscrizione”: così il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto definisce la pubblicazione della lista dei clienti dell’imprenditore Diego Anemone, coinvolto nell’inchiesta sui grandi eventi.

Per Cicchitto  “siamo in una situazione per un verso paradossale per un altro verso gravissima: prima vengono offerti in pasto elenchi di nomi poi, chissà quando, verranno fatte le indagini. Nel frattempo ogni nome è offerto al massacro mediatico, indipendentemente dalle ragioni per cui esso si trova nel computer di Anemone. Ovviamente il segreto istruttorio è praticamente annullato da tempo e in compenso ci troviamo di fronte all’ennesima lista di proscrizione”.

Nel pomeriggio di mercoledì 12 maggio i principali quotidiani italiani hanno reso pubblici i nomi che compaiono nella lista di Anemone e nella mattinata di giovedì sono iniziate ad arrivare le prese di posizione delle persone coinvolte. Il vicepresidente del Csm Nicola Mancino ha spiegato di non aver mai ricevuto favori da Anemone. Secca presa di posizione anche da parte di un altro giudice, Gaetano Silvestri che, in una nota spiega di «di non conoscere e di non aver mai conosciuto il signor Anemone; di non possedere e di non aver mai posseduto immobili di qualunque genere a Roma».

Guido Bertolaso, capo della protezione Civile inserito nella “lista Anemone”, si difende così: “Tutti i lavori sono stati pagati regolarmente”. Bertolaso ha infatti da tempo ammesso di aver commissionato dei lavori alle ditte di Anemone. Nella fattispecie, dei lavori di falegnameria per la sua abitazione, per un totale di 20mila euro. Il capo della Protezione civile smentisce, come invece viene scritto sui giornali, di possedere una seconda abitazione privata nella centralissima Via Giulia a Roma.

Replica anche da parte dell’ex ragioniere generale dello Stato Andrea Monorchio: «È una cosa che mi ha molto sorpreso – ha commentato il diretto interessato -, non ho mai avuto a che fare con lui». Poi ha precisato: «Vivo in via Sistina, ma sono in affitto e i lavori di ristrutturazione dell’appartamento sono stati realizzati dal proprietario».

Puntualizzazioni anche dalla giornalista di Mediaset Cesara Buonamici che ha precisato di essere solo «affittuaria» dal 2003 dell’appartamento per cui è chiamata in causa. «L’ appartamento – ha spiegato la giornalista – è di proprietà di un ente, pertanto i lavori di ristrutturazione non sono stati commissionati dalla sottoscritta, ma dall’ Ente prima del mio ingresso».