Appalti, Bersani: “Non sono mele marce, è il cesto che non va”

Pubblicato il 17 Maggio 2010 - 13:16 OLTRE 6 MESI FA

Pier Luigi Bersani

“Non si tratta di mele marce, è il cesto che non va”. Replica così il segretario del Pd Pierluigi Bersani a quanto detto da Silvio Berlusconi sull’eventuale presenza nel governo di ministri coinvolti nel sistema degli appalti.

“La burocrazia – ha detto parlando ai sindaci e agli amministratori del Pd – la mantengono come il piede di un santo per le piccole opere poi queste opere diventano sprint dove c’é “l’aum-aum” e il “magna magna”.

“Non c’è Roma ladrona, ci sono dei ladroni e temo che siate seduti vicini”: così  Bersani si è rivolto ai leghisti nel corso dell’assemblea dei sindaci e degli amministratori del Pd a Milano.

“La Lega – ha affermato il leader del Pd – era nata come partito antiburocratico e per la moralizzazione della vita pubblica. Adesso sono nel governo Berlusconi, si prendano le loro responsabilità”.

Sul federalismo prende le veci della Lega: “Il partito delle autonomie siamo noi”, ha detto, accusando la Lega di portare avanti “il federalismo delle chiacchiere”, che – ha spiegato Bersani – è un tema politico di assoluto rilievo. La Lega ha preso in ostaggio e ha usato come scudo umano il tema delle autonomie, strumentalizzandolo per battaglie ideologiche, dando fondo ai temi del territorio e facendo leva su un messaggio di chiusura rispetto alle paure del mondo”.

“Sul tema delle autonomie – ha proseguito – non hanno inventato niente. loro hanno dato i soldi a Catania e a Palermo e hanno accettato che i soldi venissero investiti per le grandi opere come il Ponte sullo Stretto invece di investirli nelle piccole opere sui territori”.

“Su questa storia del federalismo demaniale dico solo una cosa: dateci le tabelle. La cosa bella – ha proseguito – è che la la Lega dice ‘Se non ci danno il federalismo…’. Ma chi deve darvelo se siete voi al governo? La verità è che non hanno in mente uno straccio di idea”.

Il leader del centro-sinistra ha parlato anche della crisi e dell’euro: “Senza l’Europa, e quindi senza l’euro, saremmo un Paese con in mano carta straccia in mezzo al Mediterraneo”.

Secondo Bersani, davanti alla crisi economica è necessario aprire una discussione su una visione federale dell’Europa che, fino ad oggi, è stata “intergovernativa e mercatista”.

“Anche in Italia – ha spiegato Bersani – siamo in presenza di spinte regressive verso l’Europa. L’Europa integovernativa ha badato a tenere in ordine i conti senza dare una risposta alle politiche sociali. Noi dobbiamo puntare su un’Europa federale che metta al centro l’equilibrio finanziario ma anche le politiche sociali”.