Arriva “l’indultone”. Indulto doppio: per i reati minori “prescrizione” e fuori dalla cella chi deve scontare un anno

Pubblicato il 15 Ottobre 2009 - 13:26 OLTRE 6 MESI FA

Qual è stato il provvedimento più impopolare, quello che a torto o ragione ha spaventato di più la gente in materia di sicurezza personale e collettiva? Nessun dubbio: l’indulto. Niente negli ultimi anni ha irritato di più l’opinione pubblica. Bene, preparatevi: dopo l’indulto sta arrivando “l’indultone”. Arriva in silenzio, cammina rasentando i muri, si camuffa con altri nomi. Ma “indultone” è perchè è indulto doppio. Il primo lo stanno preparando il ministro Alfano e l’avvocato-deputato Ghedini. Lo hanno già messo su carta, l’intenzione del governo è quella di fargli assumere la forma di un decreto, qualcosa che va subito in vigore. Si chiama “prescrizione breve”. Formula per dire e stabilire che per i reati meno gravi, corruzione compresa, i tempi del processo devono essere brevi, altrimenti si “prescrive”, cioè si cancella sia il processo che il reato.

E’ qualcosa che può servire, anzi serve al premier come scudo di fatto dai processi che lo riguardano. Ma non è questo l’aspetto della vicenda che qui interessa. La “prescrizione breve”, unita al diritto del parlamentare di stabilire lui i tempi e il calendario delle udienze in relazione ai suoi impegni politici, porta allo svanire dei processi a carico di tutto il ceto politico, al loro evaporare causa il tempo che passa e la sentenza che non arriva. Quel che qui importa però è che lo scudo della “prescrizione breve”, una volta diventato legge, si estende a tutta l’amministrazione della giustizia. Vige infatti la regola della “legge più favorevole” a carico dell’imputato. Quindi qualsiasi imputato per reati non gravi, anche se ha già un processo in corso, potrà invocare la prescrizione breve e puntare, con ottime probabilità di successo, alla morte per inedia e asfissia del procedimento a suo carico. E’ “indulto” perchè di fatto cancella la pena per alcuni reati, anzi cancella il processo stesso.

Il secondo braccio della tenaglia chiamata “indultone” arriva dalla legge per le carceri che il governo si appresta a varare. Lì dentro c’è scritto che tutti i condannati a pene fino a 12 mesi, o con ancora 12 mesi di pena da scontare, escono di cella e “scontano la pena nella propria abitazione o in altro luogo pubblico o privato di cura, assistenza, accoglienza”. I detenuti oggi in queste condizioni sono il 32 per cento dei reclusi, quindi su 64.859 in cella, usciranno circa 21mila. E’ questo il vero “piano carceri”, il resto, cioè il miliardo e trecento milioni di euro per costruire 24 nuovi penitenziari forse sarà e forse non sarà comunque nei prossimi anni.

Chiudiamo dunque la “tenaglia”, sommiamo gli effetti dei due provvedimenti: se accusato e rimandato a giudizio per reati con pene lievi il decreto del governo mi dà la possibilità di tirarla tanto a lungo con gli avvocati fino a far sbattere il processo contro la “prescrizione breve”. Insomma, in galera non ci vado se qualche soldo per pagarmi un buon avvocato ce l’ho. E, se in galera non ci vado, le carceri si riempiono molto al di sotto dell’attuale ritmo di 800 ingressi al mese. Se poi in galera ci sono finito, ma devo scontare solo un anno di reclusione o solo un anno di reclusione mi resta da scontare della pena complessiva, allora il “piano carceri” dalla galera mi fa uscire. E le carceri sovraffollate almeno un po’ si svuotano.

Come si vede, è la stessa logica dell’indulto che fece uscire di galera un terzo dei detenuti. Con un paio di differenze. Prima: il governo di centro destra non lo chiama indulto, comunica che costruisce galere così la gente si rassicura. Invece le galere le svuota perchè non può fare altrimenti, le galere letteralmente “scoppiano”. Seconda differenza: l’indulto per chi è dentro è raddoppiato da una sorta di indulto preventivo, quello appunto della prescrizione breve. Invenzione legislativa ad uso e consumo immediato del premier e del ceto politico ma buona anche per tutti i reati cosiddetti minori. Terza, ultima e meravigliosa differenza con l’indulto che fu: il governo i e partiti della tolleranza zero fanno l’indulto doppio. Che c’è di meraviglioso? Il fatto che lo facciano conservando l’immagine dei duri e cattivi contro i delinquenti.