Ascolti in calo, il Tg1 spaccato in due. Il vicedirettore replica: “Non è un tonfo, noi abbiamo un’anima”

Pubblicato il 18 Settembre 2010 - 17:31 OLTRE 6 MESI FA

Il direttore del Tg1 Augusto Minzolini con Berlusconi

Il Tg1 sempre più giù negli ascolti. Giovedì 16 settembre, l’edizione delle 20 ha toccato solo il 23,60 per cento di share. Non è una buona notizia: i telespettatori abbandonano il Tg di Minzolini ed ora, all’interno della redazione c’è chi comincia a contare le firme.

Gira infatti un documento con cui si chiede la convocazione di un’assemblea al Comitato di redazione, ritenuto colpevole di aver criticato la decisione aziendale di sostituire il Tg1 di mezza sera con un’edizione flash di 60 secondi. Un’innovazione su cui Augusto Minzolini, il direttore, punta molto e che per questo, c’è rimasto male.

Per difendere il direttore Stefano Campagna – il giornalista che si occupa di previsioni metereologiche e membro dell’esecutivo Usigrai (eletto nella lista vicina ad An) ha iniziato a raccogliere le firme. Siamo a quota 70, su 169 redattori, ed è  una conta estenuante la  cui brutale lettura politica è questa: chi firma sta con Minzolini e gli esprime solidarietà.

I firmatari sono i quattro vicedirettori (Ferragni, Petruni, Sangiuliano e Fico), i caporedattori Giorgino, Gaudenzi, Maggioni, Manzione, Sgura, quasi tutti i conduttori e poi gli altri, tutti quelli che nella direzione Minzolini credono e si riconoscono. “Alla fine dovremmo arrivare a una novantina di firme” che sarebbero tante se si considera che furono 95 quelle apposte nella lettera di solidarietà a Minzolini fatta circolare lo scorso inverno, nei giorni che seguirono il cosiddetto “caso Mills”.

Alessandro Gaeta alla riunione di redazione in cui si prepara l’edizione delle 20, spiega: “Quello che non capisco è perché in un momento in cui c’è una crisi di ascolti, ci si debba concentrare su una raccolta di firme, piuttosto che, come sarebbe logico, sul prodotto”. Alessandro Gaeta è in Rai da 23 anni, e da 14 al Tg1: hanno deciso debba essere lui l’unico rappresentante del Comitato di redazione a parlare. L’azienda ha infatti vietato ai giornalisti di rilasciare dichiarazioni.

Volti e firme come Tiziana Ferrario e Paolo Di Giannantonio, dopo essere stati accantonati da Minzolini, stanno valutando l’ipotesi di fare causa. Bruno Mobrici, la causa l’ha invece già avviata. Massimo De Strobel (ex storico caporedattore centrale) entro la fine del mese chiederà alla Commissione di conciliazione sia il reintegro che i danni. Maria Luisa Busi, secondo gli esperti di certo la più brava conduttrice del Tg1 osserva ormai la scena da RaiTre, dove condurrà, dal prossimo ottobre, un programma dal titolo “Articolo 3”.

Quelli che possono parlare sono anche il direttore Minzolini e il suo vice Gennaro Sangiuliano, ex del del “Roma” e di “Libero”, scrittore ed anticomunista convinto: “Vuoi la verità? Potremmo fare certamente ascolti superiori, va bene… e però di una cosa bisogna tener conto: stiamo attraversando una rivoluzione dell’informazione”.

Su una strada prima c’erano sette negozi, – spiega Sangiuliano – oggi ce ne sono settanta. È chiaro che i clienti si sono un po’ divisi”. Quanto alla linea editoriale molto marcata e molto filogovernativa il vicedirettore spiega di “aver fatto benissimo” a portare il Tiggì al centro. “Se non lo avessi fatto, Mentana ci avrebbe sbranato. Invece Mentana a noi non ci sfiora e io sto lì, a dare le carte. Noi abbiamo un’anima, un cuore, una faccia».

Se giovedì lo share è stato del 23,60 per cento, non significa aver fatto un tonfo: “Ora ti spiego un paio di cosette. Allora: tanto per cominciare l’altra sera avevamo contro le partite. Giocavano il Napoli e il Palermo, che sono nostre piazze d’ascolto. E poi comunque è il concetto di tonfo che non funziona. Perché di tonfi veri, il Tg1, ne ha fatti altri in passato”.

Sangiuliano racconta quelli che secondo lui sono stati i veri tonfi fatti dal Tg1 negli anni passati: “Il 22-8-2004, con una concorrenza ridottissima, scese al 19,72… e poi, non so: il 16-8-2009, per il Palio di Siena, al 19,29… In ogni caso, dammi retta, un tigì non si misura mai sul dato di un giorno, ma su un periodo e dal primo gennaio del 2010 al 15 settembre scorso abbiamo sempre vinto il duello con il Tg5. Sempre. Una performance, fammi usare sto’ termine, va’, che non avveniva dal 1998″.