Assessori “massoni”, il Pd non interviene. Eppure lo statuto lo vieta

Pubblicato il 31 Maggio 2010 - 16:24 OLTRE 6 MESI FA

massoneriaLa massoneria è la nuova “questione morale” che il Pd deve affrontare. Lo chiedono a voce alta sia l’ex ministro Beppe Fioroni che il deputato Gero Grassi. Lo spunto per questa “riflessione” lo hanno dato due episodi avvenuti recentemente, in cui esponenti democratici “sorpresi” a far parte di logge segrete non sono stati “puniti” dal partito.

Il primo caso è successo ad Ancona dove l’assessore Ezio Gabrielli ha fatto “outing”: “Faccio parte della loggia massonica Guido Monina”. Il sindaco Gramillano l’ha sollevato dall’incarico per il venir meno “del rapporto fiduciario”. Il secondo episodio si è svolto a Scarlino (Grosseto). Il sindaco Maurizio Bizzarri ha ricevuto una foto che ritraeva l’assessore al Bilancio Guido Mario Destri durante una riunione della loggia Guarrazzi di Follonica. Il primo cittadino è stato chiaro: “O rinunci alla massoneria o ti dimetti”.

Entrambi gli “assessori massoni” sono iscritti al Pd: tutti e due sono stati “castigati” dai rispettivi sindaci, mentre il partito ha “latitato” in entrambi i casi. Eppure nel codice etico dello statuto democratico c’è scritto: “Gli aderenti si impegnano a non far parte di associazioni che comportino vincoli di segretezza o comunque a carattere riservato, ovvero che comportino forme di mutuo sostegno tali da porre in pericolo il principio di uguaglianza di fronte alla legge e l’imparzialità delle pubbliche istituzioni”. Il riferimento alla massoneria, seppur non esplicito, è sottointeso.

E infatti Fioroni ha detto che “il Pd non può avere nè zone grigie nè coni d’ombra nè eccezioni per questa o quella associazione. Lo statuto parla chiaro”. Per questo l’ex ministro ha auspicato “che Bersani voglia impedire che parta un altro tormentone, fatto di ‘Non so, bisogna approfondire e chiarire…’. È un punto su cui non si può discutere perchè da esso dipende la credibilità di tante battaglie che il Pd sta facendo e minerebbe alla base il patto di convivenza dentro il Pd”.

Sulla stessa lunghezza d’onda il deputato pugliese Gero Grassi: “Il Pd è un partito aperto, fondato sul principio delle pari opportunità. Alla base della sua concezione politica c’è partecipazione e pluralismo, non chiusura e segretezza, pertanto, chi decide di aderire al Partito democratico non può allo stesso tempo far parte di associazioni segrete e ‘massoneria’”.