Assistenti civici, il peccato originale: il pop-buonismo di sinistra

di Lucio Fero
Pubblicato il 26 Maggio 2020 - 10:41 OLTRE 6 MESI FA
Assistenti civici, il peccato originale: il pop-buonismo di sinistra

Assistenti civici, il peccato originale: il pop-buonismo di sinistra (Foto Ansa)

ROMA – Assistenti civici, ma come gli è venuto in mente? Tutto nasce da…un peccato originale.

Assistenti civici per ricordare agli italiani in giro che in giro c’è anche coronavirus e covid 19 malattia, anzi epidemia?

Come se quelli senza mascherina o tutti a bere in allegro e serrato gruppo o allineati o ammassati in spiaggia o già in feste casalinghe indaffarati fossero colti da amnesia. Ovviamente così non è, a ricordare gli assistenti civici non servono. Nessuno si è dimenticato di nulla, nessuno è smemoratamente distratto.

Assistenti civici, servono allora a multare? Non sia mai e chi mai saranno, sarebbero, credono di essere? Dunque a multare no.

Assistenti civici servono a reprimere? Men che mai, non possono e non devono usare mezzi coercitivi di nessun genere.

Assistenti civici servono…almeno agli assistenti civici? E’ stato fatto il paragone con i navigator (assoluti miracolati del e dal governo Di Maio-Salvini). I navigator hanno contratto, reddito fisso. Fanno poco perché non è mai stato chiaro cosa debbano fare (in assonanza con i compiti dei futuribili assistenti civici) ma sono pagati e pagati saranno.

Assistenti civici invece non retribuiti e in carica solo fino al 31 luglio.

Dunque reclutamento difficile, col rischio di risultare reclutamento agevole solo tra chi non vede l’ora di mettersi una pettorina per sentirsi investito di un qualche potere da esercitare.

Ma assistenti civici poteri non ne hanno. Quindi cosa andrebbero, se mai saranno, a fare? Dalla sponsorizzazione di alcuni sindaci al progetto Assistenti civici si intuisce i sindaci stessi li vogliano come una sorta di Vigili Urbani ausiliari.

Ma senza poteri, incarichi, ruolo, retribuzione, compiti e mansioni gli Assistenti civici andrebbero solo a raccogliere indifferenza, improperi e forse anche peggio.

Quella degli Assistenti civici però come nasce? Nasce da un peccato originale. Peccato originale nella cultura pop-buonista della sinistra.

Anche la sinistra ha il suo pop, anzi il suo populismo. Il pop-sinistra prevede che la gente, il popolo, il cittadino siano sempre e comunque buoni.

Magari da educare, informare, condurre sulla retta via mediante comprensione/spiegazione e, perché no, anzi sì di sicuro trattativa. La buona gente che si fa convincere dalle buone ragioni.

Da questo peccato originale di natura culturale nasce l’idea degli Assistenti civici come evangelisti e missionari che vanno a portare la buona novella sanitaria tra le genti ignare o distratte e che, alla pubblica predicazione, cadono in improvvisa consapevolezza e si convertono alla buona sanità sociale.

Assistenti civici, il peccato originale è il pensare la gente così come non è: nessuno sarebbe convertito davanti a un bar dall’assistente civico. La gente non è disinformata o inconsapevole. Sa, eccome se sa. Ma stima che una birra val bene un rischio che ritiene minimo. Sa, eccome se sa ma ritiene sia rischio per vecchi. Sa la gente, eccome se sa. Ma ha fatto, per ora, la sua scelta: ha spento l’interruttore epidemia.

Se chi ha ideato e ancor difende la ragion d’essere degli Assistenti civici avesse solo guardato le immagini della folla che ieri a Torino guardava le Frecce Tricolori, si renderebbe conto che non ci sono santi, tanto meno civici. Sono un’invenzione, bislacca e un po’ grottesca, del buonismo pop di sinistra, uno sgocciolio postumo della infelice stagione dei cosiddetti lavori socialmente utili.