Bagnasco: “Le tasse non sono optional, la Chiesa paga l’Ici”

Pubblicato il 17 Dicembre 2011 - 08:52 OLTRE 6 MESI FA

ROMA, 17 DIC – L'''auspicio'' nei confronti del governo Monti ''e' che possa realizzare quel risanamento dei conti pubblici senza il quale l'Italia rischia tutto''. Lo afferma il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, al Corriere della Sera in un'intervista in cui fa chiarezza sulla questione dell'Ici e la Chiesa

''La Chiesa paga l'Ici! Occorre dirlo visto che si parte sempre dall'assunto contrario – afferma Bagnasco – Le tasse non sono un optional. Detto questo, l'esenzione dall'Ici per talune categorie di enti e di attivita' non e' un privilegio. E' il riconoscimento del valore sociale dell'attivita' che viene esentata e non riguarda solo la Chiesa ma anche altre confessioni religiose e una miriade di realta' non profit. Si tratta di chiedersi se il mondo della solidarieta' debba essere tassato al pari di quello del business''.

Il presidente della Cei, inoltre, apre alla possibilita' di una valutazione della situazione e afferma che ''siamo disposti a valutare la chiarezza delle formule normative vigenti''. E poi aggiunge: ''certo a forza di calunniare qualcosa resta. Ho letto e ho sentito dire in tv che la Chiesa riceve un miliardo di euro e spende 350 milioni per gli stipendi 'il resto e' la cresta dei vescovi'''.

Il cardinale, dunque, specifica come vengono distribuite le entrate: ''Lo stipendio di un giovane sacerdote e' di 800 euro. Quello di un parroco intorno ai 1.000 – sottolinea Bagnasco – Quello di un vescovo 1.300. I restanti 650 milioni sono spesi per la Caritas, per i beni culturali, per il Terzo Mondo. Una quota e' riservata alle vittime di calamita' naturali; ad esempio abbiamo speso un milione per gli alluvionati in Liguria. Ed e' tutto pubblicato su Internet. Tutto trasparente''.