MILANO – Dopo la rabbia per la sconfitta subita a Milano al primo turno, i militanti leghisti sposano il realismo politico: meglio l’attuale alleanza con il centrodestra che dare la città alla sinistra. Da Radio Padania lanciano l’allarme: andiamo a votare al ballottaggio perchè se vince Pisapia ci troviamo una moschea per quartiere.
”Io – spiega un leghista brianzolo – dico una cosa semplice: sul mio balcone ci sono le formiche ma non è che costruisco un formicaio, lo pulisco. Pisapia invece dato che ci sono gli islamici vuole costruire le moschee. Allora è meglio andare a votare”. C’è però chi dovendo scegliere tra la moschea e l’ecopass introdotto dalla giunta Moratti, sceglie la prima. Da Sesto San Giovanni arriva allora una telefonata per invitare tutti a manifestare davanti al comune contro il sindaco che vuole costruire una moschea.
”A Milano – dice un ascoltatore – la moschea c’è già. Mi piacerebbe vedere se volessimo costruire una chiesa in Arabia o in quei paesi.. Perciò milanesi, anche se ci sta stretta, andiamo a votare la Moratti altrimenti oltre alla moschea ci troviamo i rom e i centri sociali sotto casa”.
”Io – dice un leghista bergamasco della prima ora che ricorda di essere stato sul Po con Bossi – ricordo che il nostro slogan era: nè neri nè rossi ma liberi con Bossi. Oggi purtroppo siamo troppo vincolati ad un partito di centrodestra con il premier che si diverte a far la guerra con il ministro con la barbetta, che ha accolto Gheddafi con le amazzoni e che si diverte a far le feste con le donne. Queste cose ai leghisti non piacciono. Purtroppo contiamo meno anche al governo ed è per questo che tanti non sono andati a votare”.
”Va bene la critica – replica un militate dal Veneto – ma se Bossi dice che dobbiamo stare con questi alleati ci stiamo. Io ho fiducia in Bossi, la Lega è lui fino a prova contraria per cui a Milano andate a votare”. ”A Milano – dice un altro – dovrebbero vergogNarsi a non avere votato per la Lega. Ma non ci sono più persone che parlano il dialetto milanese? Come fa chi ha più di 50 anni e che parla il dialetto a non votare per Bossi?”.
Da Cremona c’è chi cerca di spiegare: ”Il voto a Pisapia è una protesta. Io giro la Lombardia per lavoro e sento tanti leghisti che si lamentano per la situazione economica. Questo governo non fa niente. Poi c’è stato l’errore che abbiamo fatto sulla Libia, prima no e il giorno dopo il voto a favore”.
”Ragazzi – è la replica del conduttore ma anche di altri leghisti – continuiamo così e ci ritroveremo i Pecoraro Scanio o i Ferrero…”.
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