Bavaglio al teleobiettivo: lo scoop fotografico non è giornalismo?

Pubblicato il 25 Novembre 2011 - 14:18 OLTRE 6 MESI FA

ROMA –  Un po’ in ritardo, senza la grancassa, ma qualcosa si muove per impedire il “bavaglio al teleobiettivo“. Lo chiama così Umberto Pizzi il codice di autoregolamentazione che i fotografi parlamentari dovrebbero adottare in Aula. Adesione volontaria imposta dall’Ufficio di Presidenza della Camera. Per evitare che altri “pizzini” vengano inquadrati dagli zoom da oggi in poi vietati. Come il famoso bigliettino di Enrico Letta consegnato a Monti che, poco accorto, l’ha letto mostrandolo al fotografo attento. Quel fotografo, secondo il nuovo codice deontologico, ha violato la privacy di Monti e Letta. Adesso anche Articolo 21, il Fatto Quotidiano, il sindacato giornalisti si batterà perché quello scatto in particolare (e in generale a tutela dell’attività dei fotografi parlamentari) sia considerato per quello che è: uno scoop in piena regola, che informa il cittadino che ha diritto ad essere informato.

Sul Fatto Quotidiano del 25 novembre spicca una photgallery con vari esempi di scoop grandi e piccoli “rubati” in Aula approfittando della distrazione dei deputati. Come l’ex ministro Antonio Martino sorpreso mentre risolve un solitario a cadenza giornaliera (12 aprile, 21 giugno, 28 settembre, il 14 è il turno di PacMan). O il deputato Pdl Aracau che il 12 aprile 2011, concentrato su una partita di calcio virtuale sul suo iPad. Il 2 febbraio l’onorevole Simone Di Cagno Abbrescia ricorrerà al “momento di pruderie curiosa” per giustificare la consultazione di un sito di offerte di escort.

Politicamente più rilevanti, oltre al famoso pizzino di Letta, gli appunti di Berlusconi le rare volte che ha presenziato in Aula, quasi sempre quando si votava la fiducia. Il 14 dicembre 2010 annota su un foglio e passa a Cicchitto: “Viespoli e Bocchino, due discorsi opposti! Come fanno a stare nello stesso partito!” Mancano i punti esclamativi ma la delusione è tanta quando l’11 novembre scorso il pallottoliere segna la fine del suo governo: “308, -8, traditori, ribaltone, voto, prenda atto, dimissioni, Pres Repubblica, una soluzione”.  Inquadratura, zoom, scatto: il momento storico non ammette censure.