Crisi, Berlusconi non riesce a decidere. Letta: “Sta precipitando tutto”

Pubblicato il 10 Agosto 2011 - 20:32 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Un’ora e mezza di incontro, mentre le borse di tutto il mondo colano a picco. Tutto per annunciare che, forse, ci sarà un decreto legge il 18 agosto. Forse, (notare bene, forse) anche prima. Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti, insomma, non riescono a decidere.

Nell’ennesimo giorno nero dei mercati, presidente del Consiglio e ministro dell’Economia escono dal vertice con le parti sociali tentando di rassicurare. Le dichiarazioni sono quasi tutte tendenti all’ottimismo e al fare. Tremonti spiega che bisogna “ristrutturare la manovra” e che il pareggio di bilancio, sia sulla Carta sia nella matematica dei conti pubblici, ci sarà entro il 2013. Ma non dice come. Berlusconi, invece, ammette che “i  fatti  accaduti dopo il primo incontro tra governo e parti sociali, dello scorso giovedì, costringono a riflettere insieme”.

Saggia intenzione, solo che per pensare non c’è più tempo. Non lo dice l’opposizione, lo dicono i mercati che continuano a bruciare decine di miliardi al giorno. Sempre Berlusconi spiega che il governo si muoverà “presto e bene” e quindi smozzica un annuncio su un probabile (notare il probabile) decreto legge il 18 agosto.

Probabile è qualcosa più di forse, ma non è certezza. A conti fatti, dal vertice, esce la sensazione di una fumosa rassicurazione senza nessuna sostanza. Si sa che si deve cambiare, forse persino si vorrebbe ma non si sa bene dove, come e quando. La certezza è che servono 35 miliardi subito. Si potrebbero prendere toccando le pensioni ma Umberto Bossi non vuole. Si potrebbero prendere con una patrimoniale ma sarebbe l’eclissi definitiva del modello Berlusconi e del suo consenso. Sarebbe la resa definitiva alle tasse da parte di un uomo che ha costruito 17 anni di successi elettorali sulla promessa di abbassarle.

Così il tavolo con le parti sociali diventa un surreale “tavolo del forse” che si moltiplica come per mitosi. Gianni Letta, infatti, annuncia un tavolo a parte per liberalizzazioni e privatizzazioni. Giusto, forse. Lungo, certamente.

Eppure è proprio lo stesso Letta a dire la cosa più lucida di tutto il vertice: “Tutto precipita”. Se continua così i tavoli serviranno solo come ripari per tentare di salvarsi dalle macerie.