Beni Culturali, Zanda (Pd): “Il ministro Galan rispetti la Costituzione e difenda le Sovrintendenze”

Pubblicato il 13 Aprile 2011 - 16:35 OLTRE 6 MESI FA

Luigi Zanda (Lapresse)

ROMA – “Sono due, in particolare, i punti sui quali il Pd valuterà il lavoro del nuovo ministro. Primo: dovrà attenersi rigidamente al dettato dell’articolo 9 della Costituzione. Ci aspettiamo che non assista senza reagire allo scempio dell’obbligo costituzionale di ‘promuovere lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica’. Valuteremo se vuole solo “essere” Ministro dei Beni culturali o se vuole anche “farlo”, dall’impegno con cui lo vedremo combattere in tutte le sedi i tagli alla scuola, all’università, agli istituti di ricerca. Chiediamo quindi Galan, di dirci con precisione cosa dobbiamo aspettarci per i prossimi anni in termini di finanziamenti pubblici alla cultura”. Lo afferma il vicepresidente dei senatori del Pd Luigi Zanda replicando al Ministro Galan e poi continua: “L’articolo 9 della Costituzione prevede che la Repubblica ‘tuteli il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione’. La coerenza vorrebbe che i Beni culturali e l’Ambiente fossero riuniti in un unico Ministero, ma non è così. Lo sdoppiamento rende assolutamente necessaria una seria collaborazione tra i due dicasteri”.

“Il senatore Bondi – ricorda Zanda – aveva promosso una interessante iniziativa legislativa in materia di qualità architettonica alla quale in Senato l’opposizione aveva fattivamente collaborato. La commissione Cultura del Senato ne ha terminato l’esame con soddisfazione. Segnalo al Presidente Schifani come da più di un anno il ddl attenda il parere della Commissione bilancio. Poi non stupiamoci se all’Aula del Senato mancano provvedimenti sui quali deliberare”.

“L’ultima richiesta da fare al ministro Galan è di difendere con tutte le sue forze il personale e le competenze delle Sovrintendenze, dell’Istituto centrale del restauro, dell’Opificio delle pietre dure e dell’Istituto di patologia del libro. Deve arrestarsi il progressivo impoverimento dello straordinario capitale umano del Ministero. Le Sovrintendenze hanno costituito per decenni un corpo tecnico dello Stato di altissima specializzazione che tutto il mondo ci invidiava. Con la deriva delle privatizzazioni, il blocco dei concorsi, l’immissione dei commissari, si sono mortificati il loro ruolo e le loro funzioni. L’effetto indotto di questi processi è stata la sempre più vistosa intromissione del potere politico nelle attività dei sovrintendenti. Capita così che sovrintendenti di delicatissime aree archeologiche, già privi di sostegno finanziario, senza personale e con collaboratori sempre più anziani, sono stati di fatto esautorati dalle loro funzioni da prefetti in pensione e da funzionari della Protezione Civile elevati al rango di commissari. Ben venga la ricerca di finanziamenti privati – conclude Zanda -, ma a patto che i piani di manutenzione programmata che Galan ha annunciato vengano gestiti, amministrati e strutturati da qualificati sovrintendenti non condizionati dalle esigenze del mercato”.