Beppe Grillo attacca giornalisti: “Dichiarino le fonti, se no è diffamazione”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 24 Giugno 2014 - 17:29 OLTRE 6 MESI FA

beppe-grilloROMA – Fonti dichiarate nell’articolo, altrimenti scatta subito il reato di diffamazione. Con un post Beppe Grillo cancella uno dei cardini della professione: il diritto a mantenere segreta la fonte, a meno che non lo imponga il magistrato. Sul blog si invoca una “legge che si occupi di questa malformazione congenita del giornalismo italiano”: la riservatezza delle fonti, che “non possono essere coperte, vanno citate nell’articolo o, in caso contrario, va fatto scattare in automatico il reato di diffamazione”.

Il leader del M5S lamenta che – a suo dire – “dopo le elezioni i pennivendoli, coloro che si vendono per scrivere e che non si guardano allo specchio per non sputarsi in faccia, hanno adottato nei confronti dell’informazione sul M5S una tattica diffamatoria che per brevità si cita come “le fonti” “. Secondo Grillo si tratta di “notizie totalmente inventate che vengono attribuite a fantomatiche “fonti”, fonti rafforzate nell’articolo con aggettivi come fonti importanti, di persone influenti, autorevoli, vicine ai fondatori del M5S. Le fonti non vengono mai svelate per motivi legati al segreto professionale. ‘Non dirò mai nulla sulle mie fonti neanche sotto tortura’ dirà il pennivendolo di turno messo alle strette, “Io sono un giornalista, una giornalista, serio/a, non rivelo le mie fonti”. Peccato che le notizie pubblicate siano regolarmente false e non basterebbe un altro blog per smentirle ogni giorno e dieci studi di avvocati non sarebbero sufficienti per querelare i pennivendoli/e di turno. Il giochino sta andando troppo oltre. Notizia falsa da fonti false”. “Le fonti a cui si abbeverano gli inchiostratori italici sono fantasie dettate dalla loro linea politica e dai loro padroni – conclude – I servi hanno le fonti, i giornalisti i fatti. In Italia ci sono le fonti separate dai fatti”.