Beppe Grillo porta Casaleggio in piazza. “Siamo 800mila, ora una fase nuova”

Pubblicato il 23 Febbraio 2013 - 00:34| Aggiornato il 28 Luglio 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Un’onda fatta di 800mila persone. Tutti in piazza San Giovanni a Roma, secondo i numeri dati dagli organizzatori. E in più altre 150mila persone collegate in diretta streaming. Insomma, un milione per ascoltare Beppe Grillo che chiude di fronte alla basilica romana il suo tour elettorale.

Non ci sono star a Roma, né Dario Fo, né l’ipotizzato Adriano Celentano. C’è però Grillo orgoglioso e a tratti commosso e ci sono i primi segni del Movimento Cinque Stelle di Governo, come il sindaco di Parma Pizzarotti. Soprattutto c’è, anche se per un paio di minuti, quello che del Movimento è “l’ideologo”, quel Casaleggio che nella sera dello tsunami decide di apparire. Ma è solo un momento, un “non parlo spesso” e poco altro.

Chi parla spesso e sa come farlo è Grillo che annuncia entusiasta: “Siamo noi la prima forza politica del paese”. E’ un’onda montante quella che è in piazza e quella che entrerà in Parlamento perché, annuncia il leader di M5s, ”da domani inizia una fase nuova per l’Italia”. Attacca quindi i partiti, a cominciare dal Pd di Bersani, poi Giorgio Napolitano e, in maniera frontale, la stampa italiana per la quale minaccia anche il taglio delle convenzioni.

”Loro, quelli nelle auto blu non hanno ancora capito quello che sta arrivando: sono dei falliti. Ma è finita ed è finita in una tristezza incredibile” urla Grillo dal palco. La piazza esulta, lui si interrompe più volte, commosso. Usa parole ”guerriere” per parlare di solidarietà e comunità, le uniche ”armi potenti” dice, che serviranno a ribaltare tutto. Ma i simpatizzanti dei Cinque Stelle che arrivano da tutta Italia a Roma, nella grande piazza che il movimento ha soffiato alla tradizione del movimento di sinistra e sindacale, è un popolo pacifico: giovani, donne ed anche molte persone anziane che si accalcano sotto il palco e non solo per sentire le parole di Grillo. Sono lì a Roma, davvero per esserci, per non mancare ad un evento che è stato sapientemente costruito giorno dopo giorno.

Lui, Grillo, non delude il suo popolo. E le parole ‘guerriere’ sembrano per lo più quello dirette alla stampa italiana, alle tv nazionali che dovevano essere tenute lontano dal palco, lontano dall’avvenimento. Aperto solo alla stampa internazionale e a Sky Tv, Tensione e nervosismo che scatena il servizio d’ordine di M5s e gli stessi ‘Angeli a 5 stelle’ che sono li per vigilare sulla piazza, per facilitare l’afflusso delle persone e lo svolgimento della manifestazione.

Una preclusione incomprensibile ma di cui da una spiegazione lo stesso Grillo dal palco. ”La stampa internazionale ci segue, è interessata al nostro fenomeno. Non la televisione italiana che si accorge di noi solo ora che riempiamo le piazze. Quella tv che si ricorda di fare le riprese solo quando le nostre manifestazioni sono finite. E la piazza è vuota”.

Argomenti non nuovi, come quelli che snocciola Grillo nel suo discorso dal palco dove, da giorni, si scaglia contro partiti, scandali, costi della politica. Oggi nel mirino ci finisce di nuovo Bersani che lo ha appena definito miliardario. ”Lui è figlio di un meccanico e io sono un miliardario. Ma io i miei soldi me li sono guadagnati con il mio lavoro. Non sono un parassita come lui” attacca.

Poi c’è il comizio, tra attacchi e proposte. Nel mirino finisce Elsa Fornero con un “ci vadano  le sue figlie a lavorare nei call center”.  Ma è tutta la politica dei governi precedenti a finire sotto tiro: “Tagliamo un miliardo alle nostre missioni del cazzo in Afghanistan. C’e’ un articolo 11 della Costituzione da rispettare”, una delle proposte più applaudite.

Ma il leader di M5S ce ne ha per tutti: ne ha per Casini che ha ”orecchie solo per le richieste di categorie come quelle dei notai. E ne ha anche per il presidente della Repubblica che sulla vicenda Mps non ha battuto come doveva i pugni sul tavolo e non aveva valutato il possibile ‘boom’ del movimento cinque stelle.

Poi Berlusconi, che a Napoli non è andato a chiudere la campagna elettorale per la congiuntivite: “Non è vero che non ci vedeva, ci ha visto bene e ha visto che non c’era più un cazzo di nessuno”.