Beppe Grillo contro “politicamente corretto” ma propone leggi liberticide

Pubblicato il 19 Agosto 2013 - 00:23 OLTRE 6 MESI FA
Beppe Grillo contro "politicamente corretto" ma propone leggi liberticide

Beppe Grillo: conflitto di interessi in materia di libertà di espressione

Beppe Grillo strilla ma dovrebbe preoccuparsi e prendersela con se stesso. Ha ragione a attaccare il “politcamente corretto”, frutto di una usanza birignao e da salotto che ormai si è estesa in modo preoccupante alla vita culturale, politica e ai giornalisti, che ne sono i massimi propalatori.

Una volta si diceva conformismo: è un modo comodo per non pensare ed è un consuetudine embedded nell’animo umano, da sempre.

Dire quel che si pensa può costare caro, Marziale, che non risparmiò nessuno dei vecchi e nuovi ricchi della Roma del primo secolo dopo Cristo, sarebbe morto in miseria se non lo avesse soccorso una ricca vedova del suo paesello.

Però nella invettiva di Beppe Grillo, c’è qualcosa di stonato. Perché Beppe Grillo non ha bloccato la sua deputata Mirella Liuzzi,  che nella sua proposta di legge sulla diffamazione, voleva inserire questa norma:

“Se l’offesa è recata a un corpo politico, amministrativo o giudiziario, o ad una sua rappresentanza, o a una Autorità costituita in collegio, le pene sono aumentate”.

Beppe Grillo non può non sapere. A meno che non sia anche lui vittima del conflitto di interesse. Un conto è prendersela con gli altri, un conto è quando gli altri se la prendono con te. Lui si vede già al Governo e dopo tante chiacchiere con il megafono, alla fine, non solo non ha fatto alcuna mossa di quelle che ci si sarebbe aspettati da lui:  una legge semplice semplice, che eliminasse ogni reato di opinione, in primis il reato di vilipendio, e rimettesse al giudice civile la definizione del danno provocato dalla diffamazione.

Invece, anche Beppe Grillo, per mano di Mirella Liuzzi, si è aggregato al coro conformista del politically correct. Per questo ora è poco credibile.

Non si può non concordare con Beppe Grillo, quando, sul suo blog, va all’attacco del “politicallycorrect”, da lui definito un qualcosa che ha trasformato in “plastica” le parole:

”Non possiamo più parlare. Il politically correct ha trasformato le nostre conversazioni in parole sintetiche. Di plastica. Le ha svirilizzate. Parlare come si pensa è diventato uno scandalo”. E’ l’analisi che Beppe Grillo pubblica sul suo blog. ”La morte è un dolce trapasso – esemplifica il leader M5S – Berlusconi è uno statista, non un evasore fiscale. Non si diventa vecchi rincoglioniti, ma anziani saggi. I lavori umili e socialmente utili sono scomparsi. Lo spazzino è un operatore ecologico. Non ci sono più ciechi e sordi, ma non vedenti e deboli di udito. Questa piaga ipocrita, questa mascherata sta travolgendo tutto e tutti. Napolitano non è neppure nominabile in Parlamento. All’ingresso di Montecitorio la politically correct Boldrini metterà la targa ‘Non bestemmiare e non nominare Napolitano invano’. E che dire dei parlamentari condannati che si fanno chiamare ‘onorevoli’? Forse dovremmo chiamarli ‘onorevoli delinquenti’? E dell’ ‘agibilità politica’ al posto della grazia?”.

”Chi dovesse esclamare, magari a pieno diritto, ‘paese di merda’ sarebbe sanzionato – continua Grillo – se avesse detto ‘Questo è il Paese che amo’ sarebbe un perfetto candidato per la presidenza del Consiglio. Mentre parli devi continuamente e seriamente valutare se ogni parola che stai per pronunciare può urtare la sensibilità di qualcuno: un gruppo religioso, un’istituzione, una comunità, un’inclinazione sessuale, un’infermità, un popolo. Per non avere problemi devi limitarti ai saluti ‘Buongiorno e non mi faccia dire altro’. Ti trasformano in un Houdini della parola, in un contorsionista del significato. Non sai più come chiamare le cose, le persone. ”.

Come non dargli ragione? Ma allora, perché la Liuzzi?